mercoledì, Maggio 15, 2024
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    PIL DIMEZZATO. BARUCCO: LA CRISI PUÒ ESSERE CONVERTITA IN UN VOLANO DI SVILUPPO

    PIL DIMEZZATO. BARUCCO: LA CRISI PUÒ ESSERE CONVERTITA IN UN VOLANO DI SVILUPPO
    Due punti in meno di PIL e costi dell’energia che continuano a salire. La situazione è altamente incerta, ma in tutto questo il Governo ha uno spazio di manovra grazie ai 10 miliardi a disposizione delle imprese. Il consigliere lombardo Barucco: “Sfruttare la crisi per cambiare paradigma”.
    La crescita ha subito un rallentamento. Dopo un ottimo 2021 e un PIL rimbalzato del 6,6%, dal Documento di Economia e Finanza emergono le stime sul prodotto interno lordo del 2022, che accreditano la crescita a un +2,8%, dimezzando di fatto le precedenti previsioni che a ottobre parlavano di un +4,7%. Da allora lo scenario economico internazionale è completamente mutato, complici la guerra e la crisi energetica. Sul punto è intervenuto il consigliere regionale lombardo Gabriele Barucco, dichiarando che “La crisi energetica è un disastro al rallentatore, ma può essere convertita in un volano straordinario di sviluppo. Questi momenti storici ci aiutano a cambiare paradigma. La prossima volta, per esempio, che qualcuno vorrà proteggere il paguro striato dell’Adriatico, rinunciando alle trivellazioni e rischiando il nostro futuro su un azzardo ideologico sapremo, avremo addirittura vissuto, cosa queste scelte comportano”. Dure critiche verso chi si è opposto, negli anni, a un progressivo incremento delle produzioni nostrane per addivenire all’indipendenza energetica, che si sono ripercosse oggi su famiglie e imprese a causa delle importazioni. “Ma oltre a questo, con una crescita inferiore al 3% e l’esigenza di investire con oculatezza qualche miliardo, avremo l’occasione, una storica occasione, per decidere di non aumentare l’assistenzialismo” ha proseguito il consigliere Barucco, “Non è una cosa che succede tutti i giorni, ma di fronte alle solite richieste di intervento statale il Governo potrà ridare quel denaro a chi l’ha prodotto: le imprese del nostro paese”. Il riferimento è chiaro, ed è diretto alle scelte dell’Esecutivo, di utilizzare quel tesoretto di 10 miliardi, frutto dell’extragettito dello scorso anno, che saranno oggetto del prossimo decreto che vedrà la luce a metà aprile. Fondi importanti, prodotti dalle imprese che saranno ridestinati alle stesse per ridurre i costi energetici che stanno sovraccaricando il tessuto produttivo del nostro Paese nell’ultimo periodo. Le nuove disposizioni saranno infatti volte esclusivamente a consentire alle aziende di colmare il gap prodotto da scelte rivelatesi sbagliate, e finalizzate voler fronteggiare la crisi. “Sostenere la competitività significa, infatti, salvare le aziende sane”, ha proseguito Barucco, “e salvare le aziende significa salvare il paese. Un paese che ha un grande futuro, a cui arrivare con un cambio di paradigma: la produzione invece della redistribuzione, il lavoro invece del sussidio, la libertà economica invece di un mercato strangolato da burocrazia e tasse. Questo è il momento per iniziare. E per citare la Signora Thatcher: se non ora, quando? Se non noi, chi?”. Parole capillari, quelle del consigliere Barucco, nel ritenere l’attuale situazione un’occasione da sfruttare, non solo per superare la crisi, ma per raggiungere lo step successivo di sviluppo.
    Il Ministero dell’Economia è poi al lavoro sulla riforma delle pensioni – ferma ormai da oltre un mese, nel tentativo di superare la legge Fornero – e sulla revisione delle spese per le armi, che in base agli accordi Nato andranno portate al 2% del PIL. Temi delicatissimi, soprattutto dal punto di vista politico, che rischiano di far inceppare ancora una volta la macchina. Proprio per questo, le riforme saranno menzionate solo in poche righe, passando così la palla al dibattito parlamentare durante le discussioni per la legge di bilancio d’autunno. Il Def non vedrà poi alcuno scostamento di bilancio in favore di interventi strutturali, complice l’emblematica situazione di incertezza che non lascia spazio a previsioni di medio-lungo termine.
    Andrea Valsecchi

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