domenica, Dicembre 3, 2023
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    Agricoltura, l’allarme del CAI: manca il 40% del fabbisogno nazionale di concimi

    Agricoltura, l’allarme del CAI: manca il 40% del fabbisogno nazionale di concimi
    L’arrivo della primavera rischia di essere problematico per gli agricoltori italiani. In questo momento manca infatti circa il 40% del fabbisogno di concimi per le campagne primaverili secondo quanto afferma CAI (Consorzi Agrari d’Italia). L’Italia si trova davanti a una carenza di fertilizzanti tradizionali dovuta non solo al caro energia ma anche al balzo dei prezzi dei prodotti conseguente alla guerra in Ucraina che ha portato alla chiusura temporanea dello stabilimento di Yara a Ferrara, il centro di produzione più importante del Paese.
    La situazione è critica al tal punto che si stanno studiando soluzioni alternative per salvare le colture italiane quali grano e mais ma anche quelle di patate e pomodoro. I tecnici del CAI consigliano di utilizzare prodotti a cessione controllata dell’azoto per ottenere un risparmio del 25% circa sui costi standard di concimazione oppure di ricorrere ai sistemi di agricoltura di precisione che permettono di massimizzare la concimazione e risparmiare il 20% sul dosaggio di prodotti tradizionali.
    L’Italia è particolarmente esposta sul versante dei concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio), importandone ben il 70%: l’Egitto è un partner importante dal momento che da solo rappresenta quasi il 50% dell’import seguito dall’Ucraina che pesa per un 10-15%, Algeria, Libia, Turchia, Marocco, Bielorussia e Russia. Meno problematico l’approvvigionamento dei fertilizzanti organici e organominerali, la cui produzione nazionale arriva a coprire il 90% del fabbisogno.
    Il mondo dell’agricoltura è in allarme da mesi dal momento che i prezzi dei concimi non tendono a diminuire. Il CAI sottolinea come l’urea (il concime azotato più diffuso) abbia superato i 1000 euro per tonnellata quando solamente l’anno scorso, di questi tempi, si aggirava intorno a 350 euro/ton. Il nitrato ammonico ha raggiunto la quota record di 1000 euro/ton, il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 350 euro/ton mentre i concimi a contenuti di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata.

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