BIDEN E LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI ALL’INVASIONE RUSSA
Biden chiama gli Alleati all’unità, definisce Putin un dittatore e avverte che pagherà un prezzo altissimo.
La risposta del Presidente americano Joe Biden è arrivata. Gli Stati Uniti chiamano gli Alleati all’unità, rimandando indietro le lancette della storia fino ai tempi della Guerra Fredda, per non dire fino agli anni della Seconda guerra mondiale. Il vento che tira sembra lo stesso ma i tempi sono cambiati e l’alleanza dell’occidente è solida e compatta nel condannare l’invasione russa all’Ucraina. E le parole di Joe Biden sono dure, all’indomani del discorso di Roberta Metsola al Parlamento Europeo, anch’esse chiare e concise nel dichiarare il pieno supporto al Governo di Zelensky. “La libertà trionfa sempre sulla tirannia. Noi salveremo la democrazia” ha detto il Presidente degli Stati Uniti durante il suo primo discorso sullo stato dell’Unione davanti al Congresso, che ha visto la presenza come ospite d’onore anche dell’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti, Oksana Markarova. Parole che suonano anche come una chiara volontà di rilanciare la propria popolarità e il proprio consenso, crollati entrambi giorno dopo giorno dal suo insediamento alla Casa Bianca, e precipitati vertiginosamente dopo i fatti di Kabul dell’agosto scorso, seguiti dal progressivo incremento dell’inflazione americana e dal blocco del “Build Back Better” ormai arenato in Congresso, dove è fermo da mesi. I piani di rilancio dell’economia americana, contestualmente con la programmazione della transizione verde sono cambiati a causa dello scoppio della guerra in Ucraina.
“Sei giorni fa, Vladimir Putin ha cercato di scuotere le fondamenta stesse del mondo libero, pensando di poterlo piegare ai suoi modi minacciosi. Ma ha calcolato male. Pensava di poter arrivare in Ucraina e il mondo si sarebbe prostrato ai suoi piedi. Invece, ha incontrato un muro di forza che non aveva mai previsto o immaginato. Ha incontrato il popolo ucraino” ha affermato Biden, “Nel corso della nostra storia abbiamo imparato questa lezione: quando i dittatori non pagano un prezzo per la loro aggressività, causano più caos. Continuano a muoversi. E i costi e le minacce per l’America e il mondo continuano ad aumentare”. Parole tanto forti quanto necessarie per riportare gli Stati Uniti ad un’unità che sembrava persa da tempo, ritrovata forse di fronte alla nuova – si fa per dire – minaccia russa. “Ecco perché la Nato è stata creata, per garantire pace e stabilità in Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Gli Usa sono membri insieme ad altre 29 nazioni. Conta. E la diplomazia americana conta. La guerra di Putin è stata premeditata e non provocata. Ha rifiutato gli sforzi di negoziato. Pensava che l’Occidente e la Nato non avrebbero risposto. E pensava di poterci dividere qui, a casa. Putin aveva torto. Eravamo pronti” ha concluso Biden. In mattinata, il Presidente americano aveva infatti promesso a Zelensky, collegato da remoto dal suo bunker di Kiev, che gli aiuti militari, economici e umanitari sarebbero presto arrivati in Ucraina, confermando che le sanzioni a Mosca proseguiranno e soffocheranno l’economia russa, ma bocciando la richiesta di dichiarare una “no fly zone” sui cieli ucraini, perché significherebbe coinvolgere i piloti statunitensi nelle operazioni belliche, col rischio di intensificare ancor di più le tensioni con la Russia. Di contro, Biden ha annunciato la chiusura dei cieli americani ai voli commerciali russi e la creazione di una task force per disporre il sequestro dei beni dei ricchi oligarchi, chiudendo con una minaccia nei confronti di Putin: “Non ha idea di cosa lo aspetta”.
Che il programma del Presidente americano subirà un’importante variazione è ormai cosa ovvia. Oggi il fronte comune è certamente l’unità americana per fronteggiare Putin, ma Biden nel suo discorso non ha certo dimenticato gli altri importanti problemi che non devono passare in secondo piano, in primis quello dell’inflazione: “Un modo per combattere l’inflazione sarebbe quello di abbassare i salari e rendere gli americani più poveri. Ma io ho un piano migliore. Ridurre i costi, non i salari. Produrre più automobili e semiconduttori in America. Più infrastrutture e innovazione. Più merci che si spostano più velocemente e a buon mercato. Più posti di lavoro dove puoi guadagnarti da vivere. E, invece di fare affidamento su catene di approvvigionamento estere, facciamolo in America”. Quindi ha concluso: “Gli economisti lo chiamano ‘aumento della capacità produttiva della nostra economia’. Io lo chiamo costruire un’America migliore. Il mio piano per combattere l’inflazione abbasserà i vostri costi e abbasserà il deficit”.
Davanti ad un Congresso riunito per la prima volta da due anni senza l’obbligo di indossare la mascherina, Biden ha fatto anche il punto sulla pandemia, sottolineando come la curva dei contagi negli Stati Uniti sia finalmente in netta discesa, e illustrando così il suo piano per il ritorno alla normalità, una normalità che non implica la convivenza con il Covid ma la sua definitiva sconfitta.
Andrea Valsecchi