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    Riapertura palestre: torna solo la metà dei clienti

    Riapertura palestre: torna solo la metà dei clienti
    La gente è scoraggiata dall’iscriversi alle porte dell’Estate
    Nonostante le riaperture, per i gestori delle palestre e degli impianti sportivi la situazione è tutt’altro che rose e fiori. Solo metà dei clienti sono tornati ad allenarsi.
    Per sei mesi il fatturato è stato azzerato. A poco sono servite tutte le spese sostenute per la sanificazione degli impianti e per le misure di sicurezza.
    Parecchia gente poi, non muore dalla voglia di tornare in palestra.
    Molti sportivi sono ormai abituati a praticare l’attività sportiva autonomamente, altri ancora temono il contagio e preferiscono temporeggiare.
    Altri temono che ad Ottobre si ripeterà la stessa situazione che si è verificata l’anno scorso.
    Anche per i nuovi clienti la voglia di sottoscrivere un abbonamento non è molta. La riapertura il 24 Maggio, alle porte dell’Estate, scoraggia la gente ad iscriversi in un periodo nel quale tutti sono a mare.
    In alcuni centri non è ancora possibile l’utilizzo degli spogliatoi e delle docce. Questo rappresenta un serio vincolo, ad esempio per tutti quelli che vorrebbero allenarsi in pausa pranzo.
    In questo periodo va tanto di moda il crossfit, l’allenamento che combina corpo libero e l’utilizzo di una serie di attrezzi. Un preparatore atletico rivela: “Il segreto di un buon allenamento è la variabilità. Il crossfit è solo il nuovo nome del training che si faceva negli anni Settanta quando le macchine e i tapis roulant non esistevano e ci si doveva arrabattare in qualche modo. Per i gestori è una sicura fonte di risparmio: bastano 20mila euro per allestire uno spazio per l’allenamento funzionale mentre per dotarsi di macchine professionali servono almeno 200mila euro. Per quel che mi riguarda penso che sia una moda destinata ad essere ridimensionata. Come è successo con lo spinning: quindici anni fa sembrava che dovesse spaccare il mondo. Adesso i più giovani non sanno neppure che cos’è”.
    Andrea Curcio

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