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Milano, numero chiuso in Darsena dopo la “notte brava” di sabato, ma è ancora polemica

Questura e Prefettura seguono il modello Galleria Vittorio Emanuele, in Darsena new jersey e transenne per contingentare gli ingressi. Il centrodestra chiede la rimozione dell’assessore alla Sicurezza e del comandante dei Vigili.

Numero chiuso in Darsena dopo i maxi assembramenti, con tanto di rave party e rissa finale, che hanno segnato l’ultimo week end in zona gialla della Lombardia. Il giorno dopo si corre ai ripari per cercare di frenare il fiume di polemiche giunte da più fronti per quello che era a tutti gli effetti un evento annunciato.

Alla luce dei fatti di sabato sera, il prefetto Renato Saccone e il questore Giuseppe Petronzi hanno ravvisato la necessità di intensificare i controlli nell’area dei Navigli predisponendo ingressi contingentati in Darsena, con l’obiettivo di limitare la folla ed evitare pericolosi assembramenti che violano le regole anti-contagio in una fase in cui la pandemia circola ancora troppo rapidamente. Secondo quanto già sperimentato per la Galleria Vittorio Emanuele, gli ingressi alla Darsena sono stati boccati da transenne e new jersey sorvegliati dalle pattuglie delle forze dell’ordine, quelli laterali sono stati chiusi alla circolazione ed è stato creato un passaggio a “senso unico” in entrata, dal varco di piazza XXIV Maggio, con uscita in piazzale Cantone, consentendo ingressi contingentati di 100 persone alla volta.

La giornata di bel tempo di domenica non ha però giocato a favore, ancora moltissime le persone che hanno approfittato dell’ultimo giorno di libera circolazione in zona gialla per godersi il sole primaverile e fare una passeggiata lungo il Naviglio, nonostante le lunghe attese per l’accesso alle banchine. Intorno alle 15, infatti, le forze dell’ordine si sono viste costrette a chiudere l’accesso da piazza XXIV Maggio per circa quaranta minuti a causa dell’elevato numero di persone presenti all’interno della Darsena e quelle in coda per entrarvi.

Intanto proseguono le indagini delle forze dell’ordine per risalire all’identità delle persone che sabato sera sono state protagoniste del rave party non autorizzato che si è consumato sotto le finestre e i balconi dei residenti della zona, esasperati dalla musica pompata a tutto volume e dagli schiamazzi che sono proseguiti ben oltre l’orario del coprifuoco, in barba alle regole anti-Covid e agli appelli del sindaco Sala al senso civico.

E proprio quest’ultimo, subissato dal fuoco incrociato delle polemiche che giungono da più fronti per la mancanza di controlli adeguati, ha ribadito che le 200 unità di forze dell’ordine impiegate nella giornata di sabato costituivano il limite massimo che si poteva mettere in campo. Non la pensa così il centrodestra, che a gran voce chiede la rimozione dell’assessore alla Sicurezza, Anna Scavuzzo, e del comandante dei vigili Marco Ciacci.

Micol Mulè

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