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    Gas: il Tap è in funzione

    Gas: il Tap è in funzione

    Dopo diversi anni e centinaia di chilometri di collegamenti transazionali realizzati, ora il gasdotto che dall’Azerabigian arriva in Italia è operativo.

    Dopo quattro anni e mezzo durante i quali si sono succedute diverse polemiche e preoccupazioni ambientali, il Tap è entrato in funzione ed è pronto a portare il gas dall’Azerbaigian all’Europa. Il Trans Adriatc Pipeline è il gasdotto che costituisce il tratto europeo del Corridoio Meridionale del Gas. Il progetto è stato fortemente supportato da Bruxelles anche perché permette all’UE di rendersi meno dipendente dal gas russo che rappresenta circa un terzo dell’approvvigionamento europeo. Alcuni stati dell’est Europa sono praticamente dipendenti dalla fornitura di Mosca con quote che si aggirano attorno all’80/90% del loro fabbisogno a cui provvede il Cremlino.

    Il Tap rappresenta una grande opera che parte dal giacimento azero di Shah Deniz, si collega al Trans Anatolian Pipeline (TANAP) alla frontiera greco-turca, attraversa il nord della Grecia, l’Albania, il mare Adriatico e approda in Puglia dove si collega alla rete italiana di distribuzione del gas. In totale l’opera si estende per 878 chilometri di cui 773 sul terreno e 105 offshore. Il trattato italiano è lungo 8 chilometri. Data la varietà di zone attraversate, la costruzione ha richiesto la riqualificazione di diverse aree: in totale sono stati necessari circa 55mila tubi che sono stati posati fino a un’altitudine massima di 2.100 metri, tra le montagne albanesi, e fino a una profondità di oltre 800 metri nell’Adriatico. Tutto ciò è costato circa 3,9 miliardi di euro e alla fine la capacità di trasporto del gasdotto è di 10 miliardi di metri cubi all’anno ma in futuro potrà arrivare a 20 miliardi di metri cubi, in grado di approvvigionare 14 milioni di utenze domestiche in Europa.

    Per quanto riguarda l’azionariato, gli inglesi di BP, la società di Stato azera Socar e l’italiana Snam S.p.A detengono ciascuna il 20%. Quote minori sono detenute dal fondo belga Fluxys (19%), dalla spagnola Enagas (16%) e dalla svizzera Axpo (5%). Nonostante siano già stati stipulati alcuni contratti, probabilmente bisognerà aspettare il prossimo anno perché le prime forniture vadano in porto. Come riportato recentemente da Luca Schieppati, managing director Tap Ag, a Energia Oltre, grazie al Tap “per la prima volta da molto tempo il tradizionale differenziale di prezzo tra Italia e Nord Europa si è azzerato se non addirittura lievemente ribaltato a favore del nostro Paese”.

    Simone Fausti

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