sabato, Maggio 11, 2024
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    Consigli utili per andare in banca a chiedere nuova finanza

    Lavoro da oltre 30 anni nell’ambito della finanza per l’impresa, perciò mi permetto di dare qualche giudizio sul momento attuale in questo contesto particolare in cui stiamo tutti vivendo ormai da 2 mesi.

    Ma poiché di giudizi e pareri sull’impresa e la finanza in questo periodo ne sentiamo già tanti, forse troppi, soprattutto mi permetto di dare qualche consiglio operativo a chi in questo momento si accinge o è già andato in banca a chiedere un finanziamento straordinario per la propria attività economica; e, dai rumors che sentiamo tutti, sono molti ad essere costretti in questa situazione. Dunque in allegato a questo breve scritto troverete un piccolo vademecum con alcuni spunti utili.

    Innanzitutto come premessa ribadisco: non fossilizziamoci solo sull’ ormai straconosciuto Decreto Curaitalia, tutti ne parlano, tutti dicono la loro, ma non è l’unico strumento a disposizione delle imprese.

    La prima regola: andate da chi vi conosce, è inutile perdita di tempo sperare che oggi un Istituto che non vi conosce vi dia credito; il “sentiment” generale delle banche è di grande preoccupazione perché si sentono pressate nel dover dare credito a tutti, almeno cosi’ si legge sui giornali: vai in banca ed esigi i 25.000 a te dovuti garantiti dalla Stato. Ma qui cominciano gli equivoci. E facciamoci un po di domande utili per capire l’iter.

    I soldi che vi prestano di chi sono? Sono della Banca che avrà in mano poi un pezzo di carta che dice: il garante di ultima istanza se voi non pagherete le rate del finanziamento è lo Stato, ma intanto chi rischia è la banca.

    Come viene fatta l’istruttoria bancaria ? non è vero come qualcuno scrive che la banca deve dare questi soldi, la banca è tenuta a fare un’istruttoria di merito visionando gli ultimi bilanci e certificando che la crisi finanziaria è dovuta alla pandemia da coronavirus e non era già annidata nei bilanci precedenti il 2020.

    Come viene fatta l’istruttoria di Mediocredito Centrale (d’ora in poi MCC, ma in pratica lo Stato) dopo che ha ricevuto la pratica con parere positivo della Banca ? questa si che è automatica almeno fino allo strumento dei 25.000 euro, lo Stato dichiara se va bene alla Banca io stacco la garanzia.

    Cosa succederà quando l’azienda sarà in difficoltà a restituire le rate dovute? Innanzitutto il primo a soffrirne sarà la banca che non riceve indietro i soldi che ha prestato.

    Cosa farà la banca? Andrà da MCC a bussare per dire, guardate che l’azienda non mi paga, escuto la mia garanzia mi dovete ridare voi i soldi come da contratto.

    Cosa risponderà MCC? Innanzitutto la domanda giusta sarebbe, in che tempi risponderà, cioè passerà del tempo, probabilmente tanto tempo, e la banca rimarrà esposta con l’azienda; ma venendo al cosa risponderà, MCC farà di tutto per far ricadere le colpe sulla banca, dirà, ma sei sicuro che l’azienda è andata male causa pandemia ? guarda che ho visto i suoi bilanci ed andava male anche nel 2019 e nel 2018…. Ed allora la garanzia non vale, perche’ era legata alla pandemia come tu (banca!) hai sottoscritto nel contratto con noi (MCC).

    Adesso si capisce meglio perché le banche sono cosi’ spaventate da questa situazione; è vero possono fare impieghi (ovvero prestare soldi) a gogò, che sarebbe il loro mestiere o core business se vogliamo fare i raffinati; ma poi come andrà a finire nel tempo?

    La risposta è abbastanza scontata: le aziende avranno i soldi – tanto strombazzati dal Governo – dalle banche, pagheranno le tasse 2020 allo Stato e quando inizieranno le rate di restituzione saranno in forte difficoltà ad assolvere gli impegni presi.

    La seconda regola: come detto in premessa, non pensate solo al decreto cura italia, vi sono molti altri strumenti utili alla bisogna, vediamo quali:

    In primis quasi tutte le Camere di commercio italiane si stanno muovendo con strumenti utili a ripagare i tassi d’interesse sui crediti chirografari ottenuti dagli Istituti; in Lombardia, la regione piu’ colpita ed anche la regione che piu’ conosco in tale ambito operando a Milano, lo strumento viene denominato “agevola credito” ed è utile perché azzera i costi d’interesse per finanziamenti fino a 48 mesi fino ad un tasso del 4%. Cosi’ come Unioncamere Milano allo stesso modo si stanno muovendo le altre realtà territoriali, basta andare nei vari siti delle CCIA italiane e vi si trovano strumenti simili a quello descritto per la Lombardia.

    Poi c’è il livello regionale, anche qui non ce ne voglia il lettore non lombardo ma partiamo dalla Lombardia: c’è uno strumento nato per dare liquidità alle aziende denominato Credito Adesso, viene erogata finanza a provvista mista (40% da Regione e 60% dall’istituto convenzionato) e la Regione interviene parimenti come spiegato sopra per il sistema camerale azzerando il costo del denaro tramite un contributo in c/interessi. Inoltre dal concetto detto di provvista mista e memori di quanto letto sopra a proposito del curaitalia va da se’ che la banca è piu’ motivata a dare soldi in questo modo: in pratica eroga all’azienda 100 rischiando del proprio solo 60, perche’ i residui 40 li mette la Regione, e non è cosa di poco conto!

    Ancora a livello regionale per esempio regione Lombardia ha uno strumento per finanziare a tasso zero con un fondo proprio sia la partecipazione a Fiere (onestamente oggi un po difficile da pensare come ipotesi, ma finirà il lockdown e si tornerà anche a partecipare alle Fiere, magari nel 2021) sia per lo sviluppo di progetti di R&S (qui invece potrebbe essere proprio il momento buono di pensare, per chi ne ha il know how e le capacità ovviamente, dato il momento magari di fermo della produzione, a sviluppare quelle idee innovative che ognuno ha nel cassetto e di cui non ha mai trovato il tempo di occuparsi).

    Poi c’è un livello nazionale dove la finanziaria per lo sviluppo dell’internazionalizzazione, la SIMEST, da’ credito per liquidità alle aziende cosiddette esportatrici, ovvero che nella media dell’ultimo triennio hanno avuto un fatturato export pari ad almeno il 35% del fatturato globale.

    La terza regola: di qualsiasi operazione vogliate fare con la Banca presentate le carte bene, in modo ordinato, con una chiara cronologia ed elencazione dei documenti che fornite, magari in una bella cartelletta con punti specifici ben evidenziati nel titolo e facili da leggere e da interpretare. E soprattutto presentate la richiesta quando avete tutto quanto vi è stato richiesto dal funzionario.

    Questo perche’? ve lo spiego con un esempio, stamattina sono andato in banca per un cliente che mi ha dato mandato di seguirlo perche’ voleva dalla banca la cifra di 100.000 euro, ecco la cronologia dell’operazione:

    • 25 marzo: richiesta formale di finanziamento dall’azienda all’Istituto

    • 31 marzo: accettazione della pratica e delibera positiva

    • 22 aprile: erogazione dei fondi sul c/c, ma solo perche’ c’è stata di mezzo la Pasqua e lo smartworking sia dell’azienda sia della Filiale, altrimenti si sarebbe potuto ottenere l’accredito gia’ l’8 aprile, ovvero dopo 15 giorni a far data dalla richiesta.

    Allora ho chiesto al funzionario, caspita che efficienti che siete stati, cosi’ pochi giorni per evadere una pratica relativa ad una cifra importante, ma come ha fatto ?: lui mi ha risposto cosi’: “guardi sul tavolo ho personalmente circa 95 pratiche di richiesta finanziamento da evadere, allora le devo mettere in fila per forza, scelgo quelle che capisco abbiano tutti i documenti a posto e le lavoro, per le altre comincio a chiedere all’azienda di integrare i dati, l’azienda si spazientisce e mi dice che non li trova, io mi spazientisco e ribatto che ce ne ho bisogno, allora l’azienda mi manda qualcosa ma già ho il sospetto che non ci sia tutto e lascio li la pratica, insomma se si parte con il piede sbagliato poi tutto si complica”.

    La quarta regola: prima di inoltrare la domanda dovrete firmare una serie di dichiarazioni di impegno, leggetele bene, non prendetele alla leggera, una volta firmate vi potrà essere chiesto conto della veridicità di quanto affermato (per fare un esempio nella pratica da 25.000 del Decreto Garanzia Italia o Cura Italia, i punti da firmare sono 18!); inoltre potrà essere dato credito (sempre per quanto riguarda il Decreto Garanzia Italia) soltanto alle aziende che non erano in difficoltà al 31-12-2019, ma che vi sono andate causa problemi derivanti dalla pandemia soltanto dopo tale data; per cui verificate bene con la Banca la situazione della Vs “Centrale Rischi”, che segnala le Vs eventuali sofferenze, è inutile presentare domanda se la stessa non è in ordine, prima mettete le cose a posto e poi presentate domanda.

    Conclusioni

    E’ innegabile che il quadro normativo disegnato dallo Stato in favore delle imprese è abbastanza sconfortante, confuso e maldestro. Ma come detto sopra ci sono alternative valide a livello regionale, e poi la ripresa potrà partire solo dalle imprese; sperare davvero in Italia di ripartire con gli aiuti dello Stato è e resta anche in questa occasione una pia illusione. Rimbocchiamoci tutti le maniche e rimettiamoci a lavorare con la certezza che a livello industriale l’Italia rappresenta pur sempre la seconda economia dell’UE ed un’ eccellenza tecnologica riconosciuta in tutto il mondo.

    Ah dimenticavo un’ultima annotazione: ho parlato in una delle innumerevoli conference call, cui tutti noi ci stiamo abituando, con un collega di Vienna, stesso lavoro di Europartner, dimensioni simili, fatturato simile. Mi ha detto: si ho messo tutti i miei 20 collaboratori in smartworking ed ho fatto domanda per gli aiuti del Governo: mi è già arrivata la risposta ed entro fine aprile mi accreditano 150.000 euro sul conto. Mi sono permesso di chiedere, ma come ? in che senso ? è un prestito? E lui: ma no è un contributo a fondo perduto dovuto se ti impegni come ufficio a fare smartworking, a non fare cassa integrazione ed a non licenziare nessuno; ti erogano allora una tantum un contributo di 7.500 a persona, io ne ho 20, fai tu il conto di quanto mi erogano, normale no!. Non gli ho voluto spiegare la situazione italiana al riguard … me ne sarei vergognato.

    A cura di Enrico Viganò – Europartner

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