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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Economia Cinquestelle contro l’accordo sul Mes concluso dal ministro Gualtieri

    Cinquestelle contro l’accordo sul Mes concluso dal ministro Gualtieri

    Mentre infuria lo scontro tra diverse visioni della solidarietà europea, nel governo italiano regna la confusione sul Mes e su Gualtieri.

    Mentre il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, annuncia trionfante la possibilità di ricorrere al Mes senza condizioni fino al 2% del Pil, i compagni di governo pentastellati remano in direzione opposta, opponendosi senza se e senza ma a qualsiasi ricorso al fondo salva-stati. E così anche durante la pandemia globale gli italiani possono continuare a godere dello spettacolo-farsa che da tempo va avanti a Palazzo Chigi. Tra le compagini di governo infatti regna la confusione più totale.

    L’Eurogruppo, dopo una serie di riunioni inconcludenti, è riuscito a trovare una sorta di accordo su come agire per aiutare le economie nazionali a far fronte al coronavirus. Sebbene per ora non sia previsto alcun ricorso ai cosiddetti coronabond, il vertice di ministri Ue ha deciso a favore del ricorso al fondo salva-stati senza le stringenti condizionalità originarie. È l’inizio di una strategia comune: «Un ottimo primo tempo, ora dobbiamo vincere la partita in Consiglio europeo» ha sottolineato Gualtieri a UnoMattina, affermando che la battaglia sugli eurobond proseguirà.

    Parole che non sono piaciute in casa cinquestelle, soprattutto al capo politico Vito Crimi il quale ha affermato che il Mes non è stato attivato e che i pentastellati non lo accettano e non lo accetteranno mai: «Noi riteniamo il Mes uno strumento non idoneo ad affrontare la crisi: non adesso, ma nel futuro. Certo potremmo avere un atteggiamento opportunistico, procediamo ora, poi un domani si vedrà: ma non lo faremo» ha sottolineato Crimi a Radio 1.

    Si è innescato dunque un altro cortocircuito che a dir la verità va avanti da tempo. Nei mesi precedenti allo scoppio del covid-19 i partiti italiani si erano scontrati su un’eventuale riforma del Mes, finché l’emergenza ha messo a tacere quasi tutto. Tuttavia il mese scorso il premier Conte, in un’intervista rilasciata al Financial Times, accennò alla possibilità di ricorrere al fondo salva-stati. Parole che crearono imbarazzo tra i pentastellati che ormai avevano fatto del Mes una battaglia ideologica.

    Ora che l’Italia comincia a intravedere una piccola luce in fondo al tunnel, è tempo di azioni concrete. L’accordo raggiunto dai ministri Ue prevede la possibilità di ricorrere a una linea di liquidità fino al 2% del Pil che per l’Italia corrisponderebbe a circa 35 miliardi di euro da destinare alle spese sanitarie, attivando il Mes senza condizionalità. Un risultato sudato e di certo non sufficiente ma comunque un inizio, che tuttavia i cinquestelle preferiscono rifiutare: per motivi riconducibili a una battaglia ideologica? O in base a una qualche strategia recondita di cui gli alleati di governo sono all’oscuro? Uno spettacolino deludente che fa apparire l’Italia divisa e incerta sul da farsi e di conseguenza politicamente debole agli occhi dei partner europei.

    Simone Fausti

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