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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Piemonte Nel 2019, in Piemonte, perse 1.500 imprese

    Nel 2019, in Piemonte, perse 1.500 imprese

    Report Unioncamere: <Tasso di crescita negativo (-0,35%) e in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,44%)>

    Nel 2019, in Piemonte, sono nate 25.972 aziende. Un dato migliore rispetto a quello registrato nel corso del 2018, quando le nuove iscrizioni erano state 24.156. Nonostante tutto, però, la situazione non è positiva. Infatti, al netto delle 27.489 cessazioni, il saldo appare negativo per 1.517 unità. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,35%, lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2018 (-0,45%), e ancora in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,44%) del 2019.

    Questo lo scenario delineato dall’ultimo report del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, dal quale emerge che con 428.457 imprese imprese registrate nel 2019 il Piemonte si trova in settima posizione tra le regioni italiane, con il 7% delle imprese nazionali.

    I comparti

    A livello settoriale, si osserva come, anche nel 2019, siano stati gli altri servizi ad aver sperimentato la performance migliore (+1,44%), seguiti dal comparto del turismo (+0,51%). Negativo l’andamento segnato da tutti gli altri comparti. In particolare l’agricoltura (-1,76%) e il commercio (-1,60%) registrano le contrazioni più elevate. L’industria in senso stretto evidenzia un tasso di variazione del -1,19%; meno intenso il calo delle costruzioni (-0,38%)

    Il commento

    «Il tasso di crescita delle imprese piemontesi – ha commentato il presidente di Unioncamere Piemonte, Vincenzo Ilotte – è ancora negativo, e soprattutto in controtendenza rispetto al dato italiano. L’ossatura del sistema produttivo regionale continua, infatti, ad essere costituita soprattutto da aziende di piccole e medie dimensioni, pur ospitando anche realtà più grandi: sicuramente la frammentazione produttiva non ha aiutato le imprese del territorio a resistere al meglio alle prolungate difficoltà».

    Michele Giordano

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