lunedì, Maggio 6, 2024
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    Mercati e finanza: la tregua conviene a tutti

    Mercati e finanza: la tregua conviene a tutti

    Dopo l’impennata vertiginosa del costo del petrolio e dell’energia, la ripresa di rapporti diplomatici (ed economici) tra Usa, Russia e Cina placa momentaneamente le tensioni finanziarie e ciascuno può affrontare le problematiche interne con minore ansia. Quanto potrà durare questo momentaneo agreement lo scopriremo solo tra un po’.

    Tra crisi immobiliare cinese, isolamento commerciale russo e tetto del debito americano, ogni big ha i suoi problemi interni da risolvere e dunque allentare le tensioni internazionali sul mercato finanziario non può che giovare a tutti, quantomeno per poter prendere con maggior serenità decisioni strategiche funzionali a consolidare la ripresa post Covid e stabilizzare i mercati per i quali occorre una iniezione di fiducia innanzitutto.

    La scelta russa di aumentare la quota di gas da immettere sul mercato e il temporaneo accordo sul tetto del debito pubblico americano hanno consentito ai mercati di respirare, ma soprattutto allontanano per il momento il rischio inflazione galoppante, minaccia tuttora in grado di condizionare il costo delle materie prime e di conseguenza tutti i beni e servizi, compresi quelli primari come i generi alimentari, la benzina e in generale il paniere della classe media ovunque essa risieda.

    Le relazioni tra USA e Cina hanno finalmente trovato uno spazio di dialogo come da qualche anno non eravamo abituati a vedere: come dire che a volte sono le posizioni di debolezza (interna di entrambi) ad alimentare il dialogo tra due realtà che non sono in grado per motivi diversi ma simili, di mostrare i muscoli al mondo.

    Tra i fattori principali del nuovo corso delle relazioni vi è, come detto, il problema del debito pubblico americano. Grazie alla proposta del leader repubblicano McConnell di sospendere fino a dicembre il tetto del debito pubblico USA, recepito con sollievo unanime dal Senato, i mercati hanno immediatamente reagito con un positivo rialzo, segno di una fiducia in parte ritrovata. Appare lampante quanto abbia pesato sulle performances finanziarie USA l’incertezza di un default pubblico con le drammatiche conseguenze sull’economia yankee.

    Mercoledì, giorno dell’ok sul tetto del debito pubblico tutti gli indici sono entrati in campo positivo, da S&P e Nasdaq a Dow Jones.

    L’Europa ha finalmente tirato un sospiro di sollievo in questi primi giorni di temperature basse grazie al calo del prezzo del gas naturale, merito dell’apertura della Russia all’incremento della fornitura per l’Europa.

    La volontà dichiarata a parole di Putin di voler dare stabilità ai mercati energetici ha registrato un suo primo passo concreto. Speriamo ne seguano altri fino a trovare meccanismi commerciali stabilizzanti.

    L’Europa gioca una partita per ora con tanto scetticismo, ma Bruxelles potrebbe essere il tavolo ideale per avvicinare Putin e Biden verso il disgelo e nuove prospettive di collaborazione.

    Le Borse europee hanno dato subito segnali, come quelle americane, portando gli scambi in terreno positivo grazie al contenimento dei prezzi energetici e ai primi timidi tentativi di disgelo tra USA e Cina.

    Il presidente Biden e l’omologo cinese Xi Jinping hanno concordato un incontro virtuale entro la fine dell’anno, e la Casa Bianca si è affrettata a farlo sapere a tutti. E’ presto per parlare di fine dell’embargo voluto da Trump, ma un percorso si è almeno avviato.

    Il Bitcoin, la moneta virtuale recentemente dichiarata illegale dalla Cina, è tornato sui valori di fine maggio, a dimostrazione che essi rappresentino l’essenza della volatilità.

    Primi indizi, timide aperture, ripresa degli scambi danno l’idea della grande difficoltà che tutte le economie mondiali stanno affrontando. Solo una riapertura delle relazioni e una iniezione di fiducia nella ripresa a livello globale possono ridare slancio al sistema finanziario fortemente provato da pandemia e crack di bolle speculative; serve che la politica di Putin, Biden e Xi Jinping perseverino sulla strada appena intrapresa.

    Pietro Broccanello

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