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venerdì 23 Maggio, 2025
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Istat, salari e produttività in calo: cresce il rischio povertà

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Secondo il Rapporto annuale Istat, tra il 2019 e il 2024 le retribuzioni contrattuali in Italia hanno perso il 10,5% del potere d’acquisto. Più contenuto il calo per i salari lordi effettivi, pari al 4,4%, ma comunque superiore a quello registrato in Spagna e Germania. Una perdita legata principalmente alla forte crescita dei prezzi e alla stagnazione della produttività.

Produttività e occupazione: un equilibrio instabile
Nel 2024, la produttività del lavoro nel settore privato è calata del 2%, mentre quella per ora lavorata dell’1,4%. L’occupazione, però, ha continuato a crescere (+1,5%, pari a 352mila unità in più), contribuendo alla riduzione del tasso di disoccupazione al 6,5%. La crescita dell’occupazione ha interessato soprattutto settori a bassa produttività, come turismo e ristorazione, rallentando così l’efficienza generale.

Potere d’acquisto e reddito reale in discesa
Il potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali ha toccato un picco negativo a fine 2022 (-15%), migliorando parzialmente nei mesi successivi ma tornando al -10% nel marzo 2025. Il reddito reale da lavoro per occupato, seppur in crescita rispetto al minimo del 2014, resta inferiore del 7,3% rispetto al 2004. Tuttavia, il reddito complessivo delle famiglie ha retto, anche grazie all’ingresso di un secondo stipendio e alla riduzione del numero dei componenti nei nuclei familiari.

Povertà e disuguaglianze: un quarto degli italiani a rischio
Il 23,1% della popolazione è a rischio povertà o esclusione sociale, con picchi del 39,8% nel Sud. Il rischio è maggiore per i giovani sotto i 35 anni e per famiglie numerose o monoparentali. Grave la situazione delle famiglie straniere: l’11,4% vive in condizioni di grave deprivazione materiale, contro il 4% delle famiglie con percettore italiano.

Industria e sanità: segnali d’allarme
La produzione industriale è scesa del 4% nel 2024, proseguendo il trend negativo dell’anno precedente. Il calo colpisce soprattutto Italia e Germania, mentre Spagna e Francia mostrano una maggiore tenuta. Sul fronte sanitario, cresce il numero di italiani che rinuncia a visite o esami specialistici: nel 2024 il 9,9% ha dovuto farlo, spesso a causa di liste d’attesa o costi troppo elevati.

Invecchiamento e crollo della natalità
Il nostro Paese continua a invecchiare: gli over 80 hanno superato in numero i bambini under 10, con oltre 4,6 milioni di anziani ultraottantenni. Le nascite nel 2024 sono state solo 370mila, a fronte di 651mila decessi. L’Istat evidenzia un cambiamento strutturale: sempre più donne restano senza figli e l’età media alla nascita del primo figlio continua ad aumentare, riducendo le possibilità di fecondità.

Andrea Valsecchi

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