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    RSA e Covid19: la realtà virtuosa di Bussero

    Comune e Direzione di Bussero hanno giocato d’anticipo riuscendo ad evitare contagi all’interno della struttura.

    Nei giorni in cui Regione Lombardia ha istituito una commissione ad hoc per far luce su quanto sta avvenendo all’interno delle RSA lombarde, e la Procura di Milano ha aperto un’indagine che dal Pio Albergo Trivulzio si estende anche ad altre strutture del milanese, non mancano esempi di realtà virtuose.

    Uno di questi arriva proprio dall’hinterland milanese, a Bussero, dove si è giocato d’anticipo nella lotta al Covid19. La struttura, che ospita 66 pazienti e ha in forza una settantina di dipendenti, ha messo in campo fin dal primo giorno in cui si è diffusa la notizia del contagio del paziente zero a Codogno, delle misure di prevenzione a tutela di ospiti e personale. Una strategia che ha prodotto come risultato, ad oggi, nessun contagiato e nessun decesso imputabile al Covid19 nella residenza.

    La decisione di anticipare i provvedimenti di contenimento all’interno della RSA è stata presa dal primo cittadino Curzio Rusnati attraverso un’ordinanza del 24 febbraio 2020 con la quale ha disposto il divieto di accesso nell’ RSA cittadina, sia per quanto riguarda l’accoglimento di nuovi pazienti, che per le visite dei familiari. Residenza blindata anche per i pazienti Covid positivi che Regione Lombardia aveva chiesto potessero essere accolti all’interno delle strutture del territorio: “Rischiare di accoglierne uno avrebbe trasformato l’RSA in una bomba ad orologeria – spiega dalle colonne de Il Giorno il Sindaco – Ho firmato il provvedimento per evitare di contare i morti”, come le cronache di questi giorni stanno confermando.

    Parallelamente al divieto d’accesso alla struttura, all’interno dell’RSA la direzione ha attuato uno scrupoloso protocollo sanitario che prevede – oltre all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – anche l’isolamento in caso di sintomatologia sospetta e la rilevazione della temperatura in maniera costante. Si è anche investito sulla formazione, attivando corsi destinati agli operatori per approfondire le conoscenze sul Covid19, affiancandoli a corsi dedicati agli ospiti della struttura per garantire un’informazione corretta sul tema coronavirus e sulle relative misure di sicurezza da osservare.

    Il Gruppo Sodalitas, che gestisce la struttura, ha investito anche sulla tecnologia, mettendo a disposizione degli ospiti tablet e telefoni cellulari per garantire ai residenti di poter comunicare con i propri familiari. Un servizio di “chiamata assistita”, supportato dagli animatori e dagli assistenti sociali, che ha la duplice valenza, da un lato, di permettere agli anziani di mantenere attiva la propria rete sociale e contestualmente di garantire ai parenti di sincerarsi quotidianamente delle condizioni di salute dei propri cari in una situazione d’emergenza sanitaria che vede le RSA come focolai di contagio.

    Micol Mulè

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