L’ultimo rapporto Confcommercio-Censis “Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2025” fotografa un Paese che, pur mostrando segnali di stabilità economica, mantiene un atteggiamento prudente. L’occupazione si conferma ai massimi storici e l’inflazione rimane sotto controllo, sostenendo l’aumento del reddito disponibile. Tuttavia, la fiducia delle famiglie registra un netto calo: il saldo tra ottimisti e pessimisti si è più che dimezzato in due anni, passando da 27,5 punti nel 2023 a 10,8 punti nel 2025. Nonostante questo clima di incertezza, le intenzioni di spesa crescono: gli acquisti di elettrodomestici aumentano del 10,9% rispetto al 2024, mentre i prodotti tecnologici registrano un +9,1%. Anche le vacanze estive tornano a livelli pre-pandemia, con il 37,7% degli italiani che le ha già programmate, il dato più alto dal 2019.
Dall’indagine emerge che nel 2024 il 43,3% delle famiglie ha incrementato i consumi, ma spesso a scapito della capacità di risparmio: più della metà degli italiani (51,8%) ha visto ridurre la propria disponibilità di risorse accantonate. Le differenze tra fasce di reddito si confermano ampie: solo il 12% delle famiglie con redditi più bassi ha registrato un aumento delle entrate, contro il 24,9% di quelle con maggiori disponibilità economiche. Inoltre, il 47,1% dei nuclei meno abbienti dichiara di disporre di meno risorse rispetto all’anno precedente. Tra le cause che costringono a ridurre i consumi emergono le spese obbligate, come bollette, tasse e spese condominiali (56,3%), seguite dal calo dei redditi (25%) e dalla necessità di mettere da parte risorse per eventuali imprevisti (18,7%).
Il clima di fiducia rimane complesso: se il 46,5% delle famiglie si dichiara ottimista per il proprio futuro, solo il 25,4% mantiene una visione positiva sul futuro dell’Italia nel suo complesso. Le principali preoccupazioni riguardano la salute (49,2%) e la mancanza di risorse economiche (47,2%), con una percezione di vulnerabilità maggiore nel Mezzogiorno e tra i nuclei a basso reddito. Per il futuro, il 65,6% prevede una stabilità dei propri guadagni, mentre solo il 9,7% si aspetta un incremento; un quarto delle famiglie teme invece una riduzione delle entrate. Le vacanze saranno prevalentemente in Italia (76% dei casi), con budget simili agli anni precedenti per il 68,1% dei partenti, ridotti per il 22,8% e aumentati per appena il 9%. La propensione a partire cresce, ma restano alte le rinunce per motivi economici, che riguardano il 53,5% di chi ha deciso di non andare in vacanza, confermando come il desiderio di normalità conviva con la necessità di cautela.