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lunedì 26 Maggio, 2025
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Economia circolare: cresce l’interesse degli italiani per l’usato e il ricondizionato

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Gli italiani si dimostrano sempre più orientati verso l’acquisto di prodotti usati, rigenerati o ricondizionati. A guidare questa tendenza sono in particolare i più giovani e le persone con un titolo di studio universitario, che mostrano una maggiore sensibilità verso i principi dell’economia circolare. È quanto emerge dal nuovo report “FragilItalia”, realizzato da Area Studi Legacoop in collaborazione con Ipsos nell’ambito del progetto Terrific. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana, mette al centro i consumi circolari e il rapporto tra cittadini e modelli di acquisto più sostenibili.

Secondo il rapporto, se da un lato cresce la consapevolezza ambientale, dall’altro peggiora la percezione dell’affidabilità e della durabilità dei prodotti usati. Nonostante l’interesse verso l’usato, infatti, permane tra i consumatori italiani una forte preferenza per il possesso: la maggioranza continua a scegliere di essere proprietaria degli oggetti che utilizza.

L’analisi presentata in occasione della Conferenza nazionale dell’economia circolare mette in luce un’evoluzione nei comportamenti d’acquisto, con un’attenzione crescente per imballaggi riutilizzabili o realizzati con materiali riciclati e una maggiore propensione ad allungare la vita utile dei prodotti. I beni più scelti nel mercato dell’usato e del rigenerato sono abbigliamento, piccoli elettrodomestici e prodotti tecnologici.

I dati parlano di una crescente apertura a modalità di consumo alternative. Il 48% degli italiani ha acquistato prodotti usati, con un aumento di tre punti percentuali rispetto a due anni fa, mentre il 39% ha acquistato articoli rigenerati, anche qui in crescita di tre punti. Queste scelte sono particolarmente diffuse tra gli under 30 (57% per l’usato, 41% per il rigenerato), tra i lavoratori (55% e 46%) e tra i laureati (52% per l’usato, 47% per il rigenerato).

Si segnala invece un calo nell’utilizzo di forme di consumo come il noleggio, lo sharing e il leasing. La percentuale di chi ricorre al noleggio è scesa al 24% (-2 punti), mentre l’uso di servizi di condivisione è al 13% (-2 punti) e il ricorso al leasing si attesta al 12% (-3 punti). Auto e moto sono i beni più interessati da queste formule.

Nel complesso, gli italiani continuano a preferire la proprietà: due su tre dichiarano di volere essere proprietari dei beni che utilizzano, una quota in crescita di cinque punti rispetto a due anni fa. Parallelamente, cala del 6% la quota di chi preferisce usare un bene senza possederlo e si riduce anche la fiducia nei confronti dei prodotti di seconda mano: la percezione di affidabilità è scesa di 9 punti, quella della durabilità di 7.

L’indagine prende in considerazione anche le motivazioni che orientano le scelte di acquisto. Il 91% degli intervistati cerca prodotti con una durata maggiore (+4 punti rispetto all’ultima rilevazione), il 90% predilige quelli facilmente riparabili (+7 punti) e l’85% quelli riutilizzabili (+10 punti). Per incoraggiare scelte coerenti con un’economia circolare, l’89% chiede sconti sui prodotti di seconda mano e maggiore trasparenza sulla loro affidabilità. Inoltre, l’87% vorrebbe una rete di vendita più accessibile per queste tipologie di prodotti e l’85% auspica incentivi economici all’acquisto. Su questi aspetti emerge anche una differenza generazionale: gli over 64 risultano più ottimisti sull’efficacia di queste iniziative, mentre gli under 30 si mostrano più cauti.
Un altro elemento rilevante riguarda l’attenzione al packaging. L’82% dei consumatori considera importante che gli imballaggi siano riutilizzabili più volte, mentre l’80% li preferisce in materiale riciclato. Per un italiano su due, le caratteristiche di sostenibilità dell’imballaggio influenzano direttamente la scelta d’acquisto, soprattutto per motivi ambientali. Tuttavia, anche se il 50% ha acquistato prodotti confezionati con bioplastica, solo il 51% dichiara di averla smaltita correttamente nell’organico. La percentuale sale però tra gli under 30 (64%) e i laureati (58%).
Secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, “oltre il 90% delle persone sceglie un prodotto in base alla sua durata. È un dato che va nella giusta direzione e che merita di essere sostenuto con politiche più forti a monte del ciclo di vita dei prodotti, come l’eco-design, la gestione circolare e il riutilizzo”.
L’eco-design, come ha spiegato lo stesso Ronchi, significa pensare e realizzare oggetti destinati a durare più a lungo, facilmente riparabili, aggiornabili, smontabili e riciclabili, con un impatto ambientale ridotto in ogni fase del loro ciclo di vita: dalla produzione all’uso, fino allo smaltimento. Per rendere questo approccio una realtà diffusa, servono una maggiore informazione sulle caratteristiche di circolarità dei prodotti e iniziative concrete per renderli più accessibili e convenienti per i consumatori.

Gloria Giovanditti

 

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