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giovedì 22 Maggio, 2025
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UE, riviste le stime economiche: cresce l’incertezza, frena il Pil, sale il debito italiano

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Crescita moderata, debito in aumento e rischi geopolitici in agguato: con le previsioni economiche di primavera, la Commissione europea delinea uno scenario più fragile per l’Italia e per l’intera Unione. Il rallentamento del commercio globale, le tensioni con gli Stati Uniti e l’instabilità geopolitica internazionale pesano sulle prospettive di sviluppo del continente.

Italia: il Pil rallenta, il debito accelera
Per l’Italia, Bruxelles rivede al ribasso le stime di crescita del Prodotto interno lordo: si prevede un +0,7% nel 2025 e un +0,9% nel 2026, ben lontani dalle proiezioni di autunno (+1% e +1,2%). Il deficit pubblico mostra una progressiva riduzione — dal 3,4% del 2024 al 2,9% nel 2026 — ma resta alta l’attenzione sul fronte del debito, previsto in aumento per effetto del trascinamento dei bonus edilizi accumulati fino al 2023. Il rapporto debito/Pil salirà infatti dal 135,3% nel 2024 al 138,2% nel 2026.

Ue e Eurozona: crescita debole, inflazione in calo
Anche le previsioni per l’Eurozona vengono corrette al ribasso: +0,9% nel 2025 e +1,4% nel 2026, contro il +1,3% e +1,6% stimati in precedenza. Per l’intera Unione europea la crescita sarà leggermente superiore (+1,1% e +1,5%), ma resta lontana dai livelli auspicati. La Commissione individua come principali fattori negativi il rallentamento del commercio globale, le tensioni con gli Stati Uniti (con la minaccia di nuovi dazi), e la possibilità di eventi climatici estremi. Tuttavia, segnali positivi potrebbero arrivare da una distensione commerciale con Washington o da nuovi accordi di libero scambio.
Sul fronte dell’inflazione, la tendenza appare in discesa. Nell’Eurozona, si prevede un calo dal 2,4% del 2024 al 1,7% nel 2026, dinamica simile per l’intera Ue. Bruxelles stima che il target del 2% possa essere centrato già nel 2025, favorito dalla contrazione dei prezzi energetici e dalla forza dell’euro.

Investimenti in ripresa, export debole
La crescita globale al di fuori dell’Ue è prevista al 3,2% nel biennio 2025-2026, in ribasso rispetto al 3,6% stimato in autunno. Le esportazioni europee cresceranno lentamente, solo dello 0,7% quest’anno, trainate soprattutto dai servizi. Gli investimenti torneranno a salire dopo un 2024 negativo (-1,8%), grazie al sostegno del Recovery Fund e dei fondi di coesione: +1,5% nel 2025 e +2,4% nel 2026. Anche i consumi privati dovrebbero recuperare terreno (+1,5% e +1,6%).

Lavoro stabile, ma pesa la frenata tedesca
Il mercato del lavoro tiene: dopo i 1,7 milioni di nuovi occupati nel 2024, si prevede la creazione di ulteriori 2 milioni di posti entro il 2026. Il tasso di disoccupazione potrebbe così scendere al minimo storico del 5,7%.
Ma a zavorrare le prospettive continentali è soprattutto la Germania. L’economia tedesca, dopo una contrazione dello 0,2% nel 2024, resterà al palo anche nel 2025 (crescita zero) per poi recuperare solo parzialmente nel 2026 (+1,1%). A pesare sono la frenata delle esportazioni, i consumi interni stagnanti e l’incertezza geopolitica. Più dinamiche invece Francia (+0,6% nel 2025, +1,3% nel 2026) e Spagna (+2,6% e +2%).
A brillare sono infine Malta e Irlanda, con le migliori performance di crescita previste: rispettivamente +4,1% e +3,4% nel 2025.

Andrea Valsecchi

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