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giovedì 3 Luglio, 2025
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Riciclo dell’alluminio: l’Italia oltre gli obiettivi Ue, nonostante il cambio nei criteri di calcolo

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Nel 2024, il sistema italiano di gestione degli imballaggi in alluminio ha raggiunto un tasso di riciclo del 68,2%, superando nettamente le soglie fissate a livello europeo: il 50% richiesto entro il 2025 e il 60% previsto per il 2030. Un risultato che arriva in un contesto di incremento dei volumi di imballaggi immessi sul mercato, saliti dell’8,5% rispetto all’anno precedente, e che conferma la capacità del comparto di mantenere alte le prestazioni anche a fronte di una maggiore pressione operativa.

Questo dato, tuttavia, evidenzia una flessione rispetto agli anni precedenti: nel 2023 la percentuale si attestava al 70,2%, nel 2022 era pari al 73%. Il calo non è legato a un peggioramento delle performance della filiera, ma piuttosto all’adozione di un nuovo sistema di rendicontazione stabilito a livello europeo, che da quest’anno comprende anche l’alluminio contenuto nei materiali compositi, come nel caso di alcuni imballaggi multistrato. L’introduzione di questi elementi nel computo modifica in modo sostanziale la base di confronto con i dati degli anni passati, segnando l’avvio di una nuova fase per la misurazione della raccolta e del recupero.

Particolarmente significativo anche il dato relativo alle lattine per bevande, il cui tasso di riciclo ha raggiunto l’86,3%, pur a fronte di un aumento del 16% dell’immesso al consumo. Anche in questo caso, si registra una leggera contrazione rispetto al 2023, ma il sistema ha dimostrato di saper rispondere in modo tempestivo all’aumento dei quantitativi. Le performance risultano in linea con quelle dei Paesi che adottano il sistema del deposito cauzionale, pur mantenendo il modello italiano basato sulla raccolta differenziata.

A livello ambientale, i benefici generati dal riciclo degli imballaggi in alluminio nel 2024 sono rilevanti: l’avvio a recupero di oltre 62.400 tonnellate di materiale ha permesso di evitare emissioni stimate in 442 mila tonnellate di CO₂ equivalenti e di ottenere un risparmio energetico pari a 197 mila tonnellate equivalenti di petrolio. Il processo di riciclo dell’alluminio, infatti, richiede solo una minima parte dell’energia necessaria per produrre il metallo da materia prima vergine.

Il sistema consortile coordinato dal Cial ha mantenuto una presenza capillare sul territorio nazionale, con 432 convenzioni attive, una copertura del 70% dei comuni italiani e una raggiungibilità del 78% della popolazione. In media, su un consumo pro-capite di 1,45 kg di imballaggi in alluminio, oltre 1 kg viene effettivamente raccolto e riciclato per ogni cittadino. Una rete che si fonda sulla cooperazione tra cittadini, istituzioni e operatori del settore, e che ha dimostrato di poter coniugare obiettivi ambientali, efficienza gestionale e sostenibilità economica.

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