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mercoledì 14 Maggio, 2025
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Zelensky cerca il sostegno di Trump sui negoziati in Turchia e sposa il ‘tono’ del presidente Usa: “Non ha senso continuare a massacrare”

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Volodymyr Zelensky sembra aver imparato dall’incidente diplomatico del febbraio scorso quando, davanti ai media globali, si scontrò con Donald Trump e il suo vice JD Vance. Il problema per Kiev è che all’amministrazione Trump non interessa più di tanto il destino degli ucraini, l’importante è che il presidente americano possa rivendicare un ruolo da protagonista nell’aver fermato una guerra che dura da più di tre anni.

Zelensky per ora non ha fatto grandi concessioni verso le rivendicazioni russe, soprattutto sul tema dei territori occupati (Crimea compresa), eppure ha rimodulato il tono con cui parla del conflitto. Il presidente ucraino ha preso in contropiede Vladimir Putin invitandolo a negoziati diretti in Turchia. Trump ha sempre messo in secondo piano le rivendicazioni di Kiev (e in parte anche quelle di Mosca), dando maggior risalto all’importanza di fermare una guerra che fa “migliaia” di morti al giorno.

Questa settimana, Zelensky ha definito “davvero strano” il silenzio di Mosca sulla proposta di colloqui diretti con Putin in Turchia, aggiungendo che “prima o poi la Russia dovrà porre fine a questa guerra, e prima lo farà, meglio sarà. Non ha senso continuare a massacrare”. Un atteggiamento che va di pari passo con la richiesta di un cessate il fuoco immediato che preceda i negoziati, proposta avallata dai leader europei ma anche dagli Stati Uniti. Infine, dopo che il presidente americano ha ventilato la possibilità di andare a Istanbul per partecipare ai negoziati, Zelensky ha scritto che “è importante che il presidente Trump sostenga pienamente l’incontro e vorremmo che trovasse l’opportunità di venire in Turchia”.

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