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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Economia E se il vino sparisse? l'Italia perderebbe 1,1% del PIL

    E se il vino sparisse? l’Italia perderebbe 1,1% del PIL

    Durante la 56esima edizione di Vinitaly, tenutasi a Verona, è stata presentata una ricerca che evidenzia l’importanza economica del settore vinicolo in Italia. L’analisi, condotta dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly in collaborazione con Prometeia, è stata motivata anche dalle recenti campagne internazionali che criticano il consumo di bevande alcoliche, spesso senza distinguere tra abuso e consumo moderato.

    L’indagine rivela che, in un’ipotetica “Italia senza vino”, il Paese perderebbe l’1,1% del suo Prodotto Interno Lordo, equivalente a circa 45,2 miliardi di euro di produzione annua e 17,4 miliardi di euro di valore aggiunto. Questo scenario ipotetico avrebbe ripercussioni significative sull’occupazione, con circa 303.000 persone che si troverebbero costrette a cercare nuove opportunità lavorative. Il settore vinicolo, con la sua capacità di attivare un moltiplicatore economico, produce 2,4 euro di produzione per ogni euro speso, e 0,9 euro di valore aggiunto, mostrando così il suo ruolo fondamentale nell’economia nazionale. Oltre a ciò, l’analisi sottolinea che ogni 62.000 euro di valore prodotto dalla filiera vinicola garantiscono un posto di lavoro.

    A livello commerciale, la scomparsa del settore vinicolo ridurrebbe il saldo commerciale del settore agroalimentare italiano del 58%, passando da un surplus di 12,3 miliardi di euro a soli 5,1 miliardi nel 2023. Questo evidenzia quanto il vino sia cruciale non solo per il settore alimentare ma anche per l’intero concetto del “made in Italy”, posizionandosi come uno dei principali contributori al surplus commerciale del Paese, secondo solo alla gioielleria e oreficeria e davanti a settori chiave come pelletteria e abbigliamento.

    Il presidente dell’Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, durante la presentazione della ricerca, ha ribadito che l’industria vinicola deve adattarsi a rapidi cambiamenti nei paradigmi di consumo e ha criticato le pressioni proibizioniste da parte di organismi internazionali che minacciano strumenti vitali come i finanziamenti della PAC. Frescobaldi ha enfatizzato l’importanza dell’innovazione e della sperimentazione in risposta alle nuove esigenze del mercato, proponendo l’esplorazione di prodotti a basso contenuto alcolico come strategia per mantenere la competitività senza ricorrere a riduzioni drastiche della produzione.

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