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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina Milano green e sostenibile, ma dove?

    Milano green e sostenibile, ma dove?

    Milano green e sostenibile, ma dove?
    Piattaforma Milano: “Una bici salva la vita o salva il voto?”.
    In questi giorni le principali associazioni ambientaliste di Milano hanno scritto una lunga lettera aperta all’amministrazione cittadina per sollecitarla ad intraprendere misure urgenti per ridurre il numero di auto in città, diminuendo l’inquinamento e aumentando la sicurezza e lo spazio pubblico per le persone, ed effettive politiche di incentivo alla mobilità sostenibile.
    Hanno sostenuto e detto che Milano sarebbe invasa da auto enormi parcheggiate dappertutto, parcheggiate sui marciapiedi o posteggiate sulle strisce pedonali che tolgono spazio alle persone. Le loro proposte, invece, vanno nella direzione dal limite dei 30 km, all’estensione delle condizioni di ciclabilità sicura a tutte le strade della città, alla riduzione delle aree di sosta e molto altro ancora.
    È vero, il traffico a Milano è stato sempre un problema, come in tutte le grandi città.
    Ma la politica degli ultimi anni della amministrazione Sala è stata fondata solo su due misure: l’aumento smisurato delle aree B o C e l’aumento delle piste ciclabili senza una visione di insieme sul tema. I problemi, dunque, che sembravano usciti dalla porta, rientrano poi dalla finestra.
    Le Aree B e C, sono diventate esclusivamente una modalità del Comune per rastrellare canoni di accesso e multe, senza tra l’altro che si abbia conoscenza della destinazione che fanno le risorse pagate dai cittadini.
    Le piste ciclabili, invece, sono state disegnate o costruite senza sistemare effettivamente la viabilità, e lo dimostrano, purtroppo, i numerosi incidenti o le strisce pedonali disegnate a caso sui crocevia. Secondo l’Osservatorio Asaps, (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale) pubblicati il 9.11.2022, in otto mesi dell’anno passato, si sono verificati 3.476 incidenti riguardanti biciclette e monopattini. In testa alla classifica c’è Milano, con 1.214 incidenti. Già dall’inizio di quest’anno, purtroppo, molti sono risultati mortali.
    Per non parlare dei cantieri, dalla realizzazione della MM4 al rifacimento dei marciapiedi di Corso Buenos Aires e Piazzale Loreto con conseguente disagio per la mobilità e forte preoccupazione di Confcommercio in “una fase determinante per le centinaia di attività commerciali coinvolte dal periodo natalizio e dei saldi invernali”.
    Piattaforma Milano da anni si occupa anche di questo argomento ed intende appoggiare tutte quelle realtà, soprattutto associative, che desiderano migliorare la città, a condizione che si abbia rispetto per tutti i cittadini, che siano bikers o no.
    Per questo vogliamo indicare alcune idee in merito, in primo luogo per il traffico delle bici:
    – bisogna ricominciare ad attivare politiche di sostegno ed incentivazione alla micromobilità come bike sharing, auto elettriche e parcheggi esclusivi per le bici;
    – bisogna far rispettare le piste ciclabili esistenti con ampia sistemazione della viabilità, della cartellonistica, degli specchi e segnali stradali, soprattutto là dove il traffico è maggiormente intenso e pericoloso ed evitare le piste ciclabili ove provocano solo ingorghi e code;
    – bisogna prevedere parcheggi comunali con tariffa super facilitata per le auto e le moto, modello parking delle città europee poiché si posteggia poco nei parcheggi a pagamento, privati e carissimi.
    Ma soprattutto il Comune deve garantire una maggiore attenzione ai mezzi pubblici: i mezzi pubblici si svuotano non solo per i ritardi che si accumulano ma per la carenza di sicurezza per i viaggiatori. Dalle borseggiatrici in metropolitana, che girano ancora oggi impunite, alle risse sui mezzi pubblici, alle violenze verso conducenti e personale, il cittadino vorrebbe prendere l’autobus ma prevale un senso di paura, stanchezza e sfiducia. Il sindaco Sala dovrebbe anche ricordarsi che è sindaco metropolitano prevedendo un progetto di mobilità attento anche alle esigenze dei pendolari che, troppo spesso, lamentano di ritardi e costi troppo alti; ma forse le sue dichiarazioni tanto “sostenibili” si riferiscono solo a Milano perché i residenti nella provincia non sono suoi elettori.
    Pensando a città europee dove i mezzi pubblici sono sicuri e la bicicletta non è solo un ospite ma un riferimento, chiediamo una nuova politica della mobilità che non sia contro l’auto ma veramente alternativa e non si fermi a facili soluzioni di comodo o a scopi elettorali.
    Riferimenti: piattaformamilano23@gmail.com

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