venerdì, Gennaio 17, 2025
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    Rallenta il Pil, ecco la stima Nadef

    Rallenta il Pil, ecco la stima Nadef
    Sale il deficit e rallenta il Pil. È questo il dato che emerge dalla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza: per finanziare la manovra, ormai alle porte, bisognerà ricorrere ad un maggior debito.
    La diminuzione del Pil, secondo la stima Nadef, riguarderebbe anche il 2024. A maggior ragione se il continuo clima di instabilità del fronte ucraino continuerà a mietere rincari ed aumenti di prezzi, con conseguenti politiche monetarie rialziste.
    Le politiche del governo
    A fronte della rilevazione Nadef, la politica economica del nostro Paese non potrà che tenere conto della scarsità di risorse in vista dell’approvazione della manovra e della legge di bilancio.
    Le risorse, inoltre, dovranno tener conto di un Pil 2023 che si attesta su un +0,8%, in leggera flessione rispetto al +0,9% tendenziale ipotizzato nel Def e del +1% stimato sul piano programmatico. E ciò soprattutto quando all’orizzonte si prospetta un 2024 al +1,2% a fronte di un Documento di economia e finanza dello scorso aprile che calcolava un’ipotesi di crescita dell’1,4%.
    Oggi, per finanziare le proprie iniziative, il governo ipotizza di spingersi al massimo al 4,3% di deficit programmatico, liberando 0,7 punti, così da ricavare circa 14 miliardi di deficit da impiegare nella manovra da varare a ottobre, e che dovrebbe aggirarsi non più sui 30 miliardi, ma tra i 20 e i 25.
    L’impatto del Superbonus
    Al primo posto blacklist si trova proprio il Superbonus, reo di pesare eccessivamente sulla spesa pubblica, per un importo finora sui 100 miliardi di euro.
    Su questo discorso però si innesta il parere dell’Eurostat, che oggi ha confermato come i crediti del Superbonus del 2023 siano da considerare pagabili e dunque vadano registrati nei conti pubblici nell’anno in corso, comunque non più tardi del primo semestre 2024.
    Proprio per questi motivi, tutti gli emendamenti riguardanti una possibile proroga sono stati bocciati dalla maggioranza, ed hanno visto insorgere la componente del Partito democratico presente in commissione, favorevole ad una riproposta del bonus.
    Parola al Governo
    Niente panico per palazzo Chigi: dal Mef trapela tranquillità e viene sottolineato come siano stati «rispettati gli obiettivi dati» di finanza pubblica. «L’anno prossimo abbiamo posto l’asticella del deficit al 4,3% — ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa — che dovrebbe permetterci di confermare gli interventi indispensabili per i redditi medio bassi e in particolare il taglio del cuneo fiscale e contributivo, misure per la natalità oltre a stanziamenti significativi per il rinnovo del contratto pubblico impiego a cominciare dalla sanità».
    Andrea Valsecchi

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