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sabato, Luglio 27, 2024
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    Home Prima pagina Irpef, come cambierebbero le aliquote nel 2024

    Irpef, come cambierebbero le aliquote nel 2024

    Irpef, come cambierebbero le aliquote nel 2024
    La riforma dell’Irpef potrebbe essere avviata dal governo Meloni già nel 2024, a patto di trovare le risorse necessarie per inserirla nella legge di bilancio. La Delega Fiscale aveva infatti dato il via libera alla rimodulazione dell’imposta che potrebbe essere inserita in Legge di bilancio, con costi fra i 3 e i 4 miliardi. Il cambiamento delle aliquote potrebbe avere rilevanti effetti sulle tasse da versare da parte dei contribuenti italiani.
    Con la prossima Legge di bilancio, il governo Meloni potrebbe dare il via al percorso di riforma fiscale approvato dal Parlamento prima dell’estate, e tra le misure già in cantiere si annovera una proroga dei versamenti per le partite Iva, che potrebbe essere attuata già prima di dicembre. Ma tra gli interventi più significativi di cui si sta discutendo c’è senz’altro anche la riforma dell’Irpef, con l’obiettivo di ridurre il numero di aliquote da quattro a tre.
    Attualmente l’Irpef è infatti suddivisa in quattro scaglioni: chi dichiara un reddito fino a 15 mila euro all’anno paga il 23% di imposta, chi dichiara un reddito da 15mila a 28mila euro all’anno deve versare il 25%, chi dichiara un reddito da 28mila a 50mila euro all’anno versa il 35% e infine chi dichiara redditi superiori ai 50mila euro all’anno deve versare il 43% in Irpef.
    Il sistema è progressivo, ossia si paga il 23% sui primi 15mila euro, il 25% sui guadagni in più fino alla soglia dei 28mila euro, poi il 35% fino a 50mila euro e così via. Esiste poi una no tax area, in base a cui i dipendenti con un reddito fino a 8.174 euro non devono versare l’Irpef.
    La riforma che si sta discutendo proprio in vista della prossima Legge di bilancio prevede, come anticipato, di ridurre gli scaglioni da quattro a tre, un obiettivo che potrebbe essere raggiunto in vari modi, ad esempio accorpando due degli scaglioni esistenti o prevedendo aliquote e soglie diverse. L’ipotesi più studiata attualmente dai tecnici del Ministero dell’Economia è quella di ampliare il primo scaglione, che prevede un’imposta del 23%, con un intervento che potrebbe costare da tre a quattro miliardi di euro.
    Secondo le simulazioni, l’effetto della riforma fiscale potrebbe significare un risparmio di circa 100 euro di Irpef, pari al 2,13% dell’imposta pagata normalmente, per chi ha un reddito da 20mila euro. Chi guadagna 35mila euro in un anno risparmierebbe di più, cioè circa 400 euro, ovvero il 4,05% di quanto versato prima.
    Il guadagno massimo sarebbe ovviamente per chi ha un reddito da 50mila euro in su, che pagherebbe 700 euro in meno, cioè ben il 4,86% in meno. La stessa somma la risparmierebbero tutti quelli che guadagnano più di 50mila euro, dato che sopra questa cifra le imposte sono uguali. Ad esempio, chi guadagna 60mila euro verserebbe comunque 700 euro in meno, anche se in percentuale sarebbe un risparmio un po’ inferiore rispetto a prima.
    Non si conoscono ancora i dettagli della riforma fiscale in cantiere, ma quel che è certo è che se il governo riuscirà ad andare a fondo delle sue ipotesi, le modifiche al sistema fiscale potranno avere effetti significativi sul bilancio di tanti cittadini e famiglie italiane.
    Pietro Broccanello

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