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    Pos obbligatorio, sanzioni in arrivo

    Pos obbligatorio, sanzioni in arrivo
    Con il decreto legge che entrerà in vigore a partire dal 30 giugno, l’obbligo di dotarsi di un Pos per i professionisti e esercenti di attività commerciali diventerà ancora più rigido. Entreranno infatti in vigore sanzioni pecuniarie per coloro che non accetteranno pagamenti con il Pos, che varieranno anche in base al valore della transazione in questione. Ecco le principali cose da sapere.
    Mancano pochi giorni all’entrata in vigore dell’articolo 15, comma 4–bis, del decreto legge 179/2012, in base al quale non sarà più possibile per gli esercenti e professionisti essere privi di – o accettare pagamenti con – un Pos, pena l’incorrere in sanzioni che finora non erano previste.
    La misura, infatti, prevista originariamente per diventare effettiva a partire dal 1° gennaio 2023, è stata anticipata ed entrerà in vigore il 30 giugno.
    L’articolo del decreto legge in questione prevede che nei casi di mancata accettazione di pagamenti tramite carta di credito, bancomat, prepagata ed altri metodi simili da parte di un professionista, si incorrerà in una sanzione pecuniaria standard di 30 euro, a cui si aggiunge un aumento pari al 4% del valore della transazione per la quale è stato rifiutato il pagamento.
    Una normativa che dà una definitiva accelerata alla possibilità di effettuare pagamenti elettronici presso qualunque attività commerciale e professionista, dopo che già da qualche tempo era stata estesa la possibilità di pagare con bancomat e simili per transazioni di qualsiasi importo. L’obbligo di accettare pagamenti con carta per chi svolge attività di vendita e prestazione di servizi esiste infatti già dal giugno 2014, ma fino ad ora non erano mai state introdotte sanzioni per chi non lo rispettava.
    Se fino ad ora ancora diversi baristi (per fare un esempio) storcevano il naso per accettare il pagamento di un caffè tramite Pos, dal 30 giugno il potere “decisionale” sarà ulteriormente ridotto, salvo appunto pagare – ogni volta – una sanzione.
    L’obbligo di pagamento elettronico infatti si applica a qualunque operazione e di qualsiasi importo, senza eccezioni. Salvo una: la sanzione non si applica solamente ai casi di “oggettiva impossibilità tecnica” a ricevere pagamenti con carta via Pos.
    Resta ancora un po’ nebuloso discernere i casi in cui sia presente questa “oggettività”, che necessitano ancora di un maggiore chiarimento. Sicuramente, ad esempio, vi rientreranno gli effettivi problemi di connessione temporanea o i malfunzionamenti dell’apparecchio per motivi tecnici.
    Responsabili dell’accertamento e della verifica delle violazioni saranno gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, insieme agli organi addetti al controllo sull’osservanza delle disposizioni. Tuttavia è lecito immaginare che l’applicazione delle sanzioni sarà di difficile esecuzione, in quanto presuppone la denuncia da parte del cliente a cui il pagamento è stato rifiutato, vale a dire una gran perdita di tempo e risorse che non sempre varrebbero la candela (soprattutto nei casi di pagamenti esigui).
    L’ultima informazione importante da conoscere è a quale tipo di carta si applichino le sanzioni. Inizialmente, la norma risalente al 2012 menzionava le sole carte di debito. Successivamente, la legge di Stabilità del 2016 vi aggiunse anche il riferimento alle carte di credito. E adesso, con l’aggiunta del Dl 36/22 vengono inserite nella normativa ance le carte prepagate di vario tipo. Non vengono invece presi in considerazione i pagamenti effettuati con altri metodi (ad esempio smartphone, app ed altro), né il fatto che, per esempio, il pagamento tracciato da parte dei clienti negli studi professionali avvenga tramite bonifico. Anche se rimane competenza del Mise e del Mef l’eventuale estensione delle sanzioni anche ad ulteriori strumenti di pagamento veloce.
    Anche perché in un mondo, quello dei pagamenti, che sta cambiando alla velocità della luce e dove moltissime attività commerciali (fino a benzinai e supermercati) consentono già i pagamenti tramite Satispay, Apple Pay e altri strumenti di versamento tramite smartphone, l’obbligo di accettare pagamenti con il Pos appare quasi anacronistico.
    Pietro Broccanello

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