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    Ucraina: il Cremlino annuncia la conquista di Mariupol, Putin annulla l’assalto ad Azovstal

    Ucraina: il Cremlino annuncia la conquista di Mariupol, Putin annulla l’assalto ad Azovstal
    Le notizie che giungono dalla guerra in Ucraina, ormai giunta quasi al 60esimo giorno, continuano a non essere per nulla positive. Al centro, ancora una volta è la città di Mariupol, che secondo quanto annunciato ieri dal Cremlino è finita sotto il controllo russo. Al punto che Putin ha ordinato al ministro della Difesa russo Sergej Shoigu di fermare l’assalto in corso alle acciaierie di Azovstal. Intanto arrivano notizie secondo cui a Kherson i soldati russi starebbero costringendo i civili locali a combattere al loro fianco, mentre secondo altre fonti il leader ceceno Kadyrov avrebbe ricevuto un piano per assassinare il presidente ucraino. Negli USA Biden ribadisce che è impossibile per la Russia vincere la guerra e annuncia l’arrivo di nuovi aiuti militari all’Ucraina per 800 milioni di dollari.
    La città ucraina di Mariupol continua a rimanere al centro del ciclone di questa guerra, dopo aver subìto un assedio asfissiante ed essere ridotta in condizioni indicibili già da diverse settimane. Ieri il Cremlino ha annunciato che il baluardo della difesa ucraina – e obiettivo tra i più irrinunciabili per Putin – è caduto definitivamente sotto il controllo delle armate russe, o meglio, è stato “liberato” (come si sono espressi gli stessi russi).
    Kiev ha inizialmente smentito la notizia, sottolineando come ancora almeno duemila soldati ucraini stiano combattendo in difesa della città, e anche Biden e altri leader occidentali hanno negato l’effettiva presa di controllo da parte delle forze di Putin.
    Qualunque sia la situazione effettiva nello specifico, è certo che la resistenza disperata della città martire dell’Ucraina sia appena a un filo e la gran parte dei punti strategici della città sia ormai in mano alle armate di Mosca.
    Al punto che Vladimir Putin, in un video in cui compare insieme al ministro della Difesa russo Sergej Shoigu (in una delle sue rare apparizioni), ha affermato la volontà di garantire un trattamento adeguato e in linea con le leggi internazionali ai soldati ucraini che depongono le armi.
    Al ministro della Difesa che gli ha riferito come di fatto un contingente armato di circa duemila uomini si sia barricato all’interno degli stabilimenti industriali di Azovstal (uno dei punti più strategici della città), Putin ha risposto di fermare l’assalto e di bloccare la zona al punto che “non vi voli una mosca”. Si tratta di acciaierie piene di cunicoli e labirinti in cui non è facile districarsi. Il leader russo ha dunque garantito salva la vita ai soldati che smettono di combattere, auspicando una (alquanto sarcastica) risoluzione “pacifica”.
    Secondo Shoigu durante l’operazione di “liberazione” di Mariupol sono stati eliminati più di 4mila soldati ucraini, mentre altri quasi 1500 si sono arresi, a cui si aggiungono i circa 2mila soldati barricati ad Azovstal.
    Per quanto riguarda la popolazione civile, i numeri comunicati dal sindaco di Mariupol Boichenko sono a dir poco sconcertanti. Circa 200 persone stanno aspettando di lasciare la città, mentre negli scorsi giorni se ne sono andati circa un centinaio, tuttavia gli autobus per evacuare la popolazione stentano ad arrivare (o ad accedere alla città).
    Nella città assediata rimangono circa altre 100mila civili, costretti a subìre gli incessanti bombardamenti nell’impossibilità di scappare. Secondo il sindaco, tuttavia, Mariupol continua e continuerà ad essere una città ucraina e non si piegherà al volere di Mosca.
    Ancora più significativo è forse il fatto che la stessa Mariupol sia stata scelta da Putin come il luogo della parata in programma per il 9 maggio, data in cui la Russia celebra l’anniversario della vittoria contro i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, e che un po’ di tempo fa era stata indicata dai russi come la data possibile di fine del conflitto.
    Intanto in un’altra città occupata, a Kherson, arriva la notizia secondo cui le truppe russe starebbero progettando una “mobilitazione con la forza” per costringere la popolazione locale a combattere al proprio fianco.
    E i crimini russi non sembrano per nulla finire qua, visto che sempre ieri è emersa la notizia che Putin avrebbe trasmesso al leader ceceno Kadyrov un piano per uccidere il presidente ucraino Zelensky.
    Le mosse e le “strategie” russe non danno l’impressione di conoscere limiti oramai, e la risposta degli occidentali si fa sempre più netta, almeno entro i limiti del possibile. L’Ue ha annunciato nuove sanzioni riguardanti (anche) il petrolio, mentre ieri Biden ha comunicato lo stanziamento di ulteriori aiuti militari in favore dell’Ucraina per 800 milioni di dollari.
    Pietro Broccanello

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