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    Economia lombarda: crescono le stime sul Pil regionale per il 2021 e le nuove imprese

    Economia lombarda: crescono le stime sul Pil regionale per il 2021 e le nuove imprese
    Lo scenario delineato da un’indagine del centro studi di Assolombarda.  Aumentano però le criticità no legate alle catene di approvvigionamento.
    La forte ripresa in atto e le attese positive sulla produzione sono tra i principali fattori che influenzano il rialzo delle stime sul Pil lombardo, che passa dal +5,4% di luglio al +6,4% per il 2021, nonostante crescano le criticità sul fronte delle catene di approvvigionamento. In Lombardia, il recupero in corso si accompagna anche alla nascita di nuove imprese, in aumento rispetto al periodo pre-Covid. È quanto emerge dai dati del Booklet Economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genioeimpresa.it, il web magazine dell’Associazione.
    Un’accelerazione significativa, ma che permetterà di superare i livelli pre-pandemia solamente nel 2022 essendo ancora del -3,4% il gap nel 2021. Divari e tempi di recupero sono simili in Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e nel totale nazionale. Un allineamento che emerge anche dai bilanci del periodo pandemico vissuto nelle principali regioni produttive italiane, con la Lombardia che al pari di Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e al totale nazionale, ha registrato una caduta di Pil intorno al -9%.
    Dopo il lieve arretramento di agosto, a settembre il clima di fiducia delle imprese manifatturiere risulta stabile nel totale italiano, mentre risale nel Nord Ovest e in Lombardia. Guardando in particolare al Nord Ovest del Paese, le scorte di prodotti finiti sono in consistente diminuzione da questa primavera, di molto sotto ai livelli considerati normali, motivo per cui le imprese stanno ricorrendo anche alle giacenze nei magazzini per assorbire le tensioni sui prezzi e sulle disponibilità di materie prime e semilavorati. Seppur in un quadro in cui il rimbalzo perde parte dello slancio iniziale, le scorte di prodotti finiti in diminuzione e contemporaneamente la domanda ancora sostenuta si riflettono in un aumento ulteriore delle attese di produzione da qui a fine anno.
    Su queste prospettive positive di domanda e produzione pesano criticità crescenti sul fronte delle catene di approvvigionamento. Nello specifico, nel secondo trimestre 2021 il 15% delle imprese manifatturiere del Nord Ovest ha riscontrato ostacoli per insufficienza di input produttivi (era l’1% a fine 2020), il 19% delle imprese, tra agosto e settembre, ha segnalato problemi all’export in termini di prezzi e costi (era l’8% a fine 2020) mentre il 13% delle imprese ha dichiarato difficoltà per l‘allungamento dei tempi di consegna (era il 5% a fine 2020).
    Più composita è la condizione dei servizi di mercato. Il clima di fiducia nel Nord Ovest scende ancora a settembre ma rimane su livelli estremamente elevati e le prospettive di domanda delineano un aumento.
    Trend positivo in Lombardia per quanto riguarda le iscrizioni di nuove imprese alle anagrafi camerali tra aprile e giugno, aumentate del + 4,7% rispetto alla media del periodo compreso tra il 2017 e il 2019. La ripresa, dunque, ha creato le condizioni per nuove iniziative imprenditoriali. Un fenomeno che ha caratterizzato la regione, rispetto ad altri territori nazionali come il Piemonte che segna un incremento più contenuto del +1,4%, mentre Emilia- Romagna e Veneto sono in negativo, rispettivamente -1,4% e -4,1%. Le cessazioni in Lombardia sono 7.788, inferiori di quasi un quinto rispetto alla media 2017-2019 e ancora lontane dal fisiologico ricambio del sistema.
    È il capoluogo lombardo la città che si conferma come luogo preferito dove avviare un’attività imprenditoriale: tra aprile e giugno 2021 le aperture sono state di 6.484 unità, +6,8% sopra i livelli pre-pandemia (assunti come media del triennio 2017-2019), mentre le iscrizioni negli altri territori lombardi crescono la metà (+3,2%), pur rilevando una crescita in controtendenza rispetto al -3,6% del totale Italia. La sola città di Milano, dopo la paralisi della primavera 2020, conta oltre il 40% delle nuove imprese nate in Lombardia. La situazione delle cessazioni resta invece lontana dalla normalità, perché ancora condizionata dalle misure contingenti: sono 3.293 le cancellazioni (al netto di quelle d’ufficio), circa il -7% di quanto osservato in media nel periodo 2017-2019.
    Dati positivi in Brianza dove la nascita di nuove imprese rispecchia le buone performance economiche del territorio. Tra aprile e giugno 2021 si registrano 1.247 nuove aziende, +8,6% alla media del triennio 2017-2019. Le cessazioni, invece, sono ancora ridotte rispetto a quelle normali registrate nel periodo antecedente la pandemia, risentendo plausibilmente anche dell’effetto delle misure di sostegno messe in atto dal Governo. Le imprese che hanno cancellato la propria posizione dai registri camerali nel secondo trimestre 2021 sono 640 (al netto delle cancellazioni d’ufficio), ancora circa di un quinto inferiori rispetto al periodo 2017-2019.
    Segnali di ripartenza anche nel lodigiano e nel pavese, sebbene in quest’ultima area territoriale la nascita di nuove imprese, diversamente dalla dinamica regionale, sia ancora inferiore del -8,1% rispetto al periodo 2017-2019, prima dello scoppio della pandemia.
    Micol Mulè

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