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    Lavoro: niente sospensione per chi non ha il green pass, ma rimane lo stop alla retribuzione

    Lavoro: niente sospensione per chi non ha il green pass, ma rimane lo stop alla retribuzione
    Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto che impone l’obbligo del green pass sul luogo di lavoro dal 15 ottobre.
    Il Dl green pass 2 ha ottenuto l’ok dalla Camera dopo che il governo ha messo la fiducia: 413 sì, 48 contrari e un astenuto. Il decreto che dal 15 ottobre estende l’obbligo della certificazione verde per i lavoratori del settore pubblico e privato è stato firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicato in Gazzetta ufficiale anche se il testo ha subito delle modifiche dell’ultimo secondo.
    Come noto, con tale provvedimento l’esecutivo punta ad accelerare la campagna vaccinale prima che l’arrivo dell’inverno comporti una situazione come quella dell’anno scorso, quando con l’arrivo delle basse temperature sono aumentati i contagi. Da metà ottobre, quindi, tutti i lavoratori saranno obbligati ad avere il green pass per accedere al luogo di lavoro. Qualora il dipendente ne sia sprovvisto, rischia la contestazione di assenza ingiustificata e l’interruzione dell’erogazione dello stipendio ma dal testo è stata eliminata la possibilità di ricorrere a una sospensione per il soggetto inadempiente che sarà quindi considerato assente senza diritto alla retribuzione finché non si presenta con la certificazione verde. Tuttavia, per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta e non oltre il termine del 31 dicembre 2021, giorno in cui scade lo stato di emergenza.
    I lavoratori che vengono scoperti all’interno dell’ufficio senza green pass incorrono in una sanzione che va dai 600 ai 1.500 euro, mentre per quei datori di lavoro che non verificheranno il rispetto delle nuove regole è prevista una multa da 400 a 1.000 euro. Rimane esclusa la possibilità di ricorrere al licenziamento. Il provvedimento si applica sostanzialmente a tutti i lavoratori, comprese le partite Iva, le colf, le badanti, le baby-sitter e anche gli idraulici e gli elettricisti che vengono a fare i lavori in casa.

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