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    Piano cashless: minimo 50 operazioni per il 10% del cashback

    Il piano “Italia Cashless” si arricchisce di strumenti per incentivare il ricorso ai pagamenti elettronici.

     

    Il governo è all’opera per definire il piano cashback finalizzato a incentivare metodi di pagamento alternativi al contante e che dovrebbe partire dal 1 dicembre. Secondo le ultime indiscrezioni, sarà necessario un minimo di 50 transazioni con moneta elettronica ogni semestre per ottenere indietro il 10% della spesa effettuata, secondo il meccanismo chiamato appunto cashback.

     

    Questo limite si aggiunge al valore minimo semestrale di spese da effettuare con questi metodi di pagamento che ammonta a 1500 euro (3000 euro in un anno). Imponendo un numero minimo di transazioni, il governo cerca di evitare che pochi acquisti ma di alto valore permettano di superare agilmente la soglia di 3000 euro annui e dunque accedere al cashback del 10%. Questo perché lo scopo finale è incentivare un uso continuativo dei pagamenti elettronici, compresi piccoli importi come un caffè o una bottiglia d’acqua al bar.

     

    L’Italia infatti, secondo quanto riportato dal Rapporto Ambrosetti della Community-Cashless-Society 2020, “rimane, infatti, un’economia cash-based e tra le 30 peggiori economie al mondo per incidenza del contante su PIL (pari a 11,8%) nel Cash Intensity Index”. Il Belpaese è infatti fermo per il terzo anno consecutivo alla 23esima posizione su 27 Paesi Ue. Un divario “riconducibile anche a una forte disomogeneità territoriale: il Regional Cashless Index 2020 vede confermarsi in prima posizione la Lombardia, con un punteggio di circa una volta e mezza superiore rispetto alla Calabria che chiude la classifica regionale”.

     

    Ecco che allora il piano “Italia cashless” potrebbe generare un incremento di 36,8 transazioni con carta pro-capite in Italia al 2025, secondo le stime del Rapporto Ambrosetti. A ciò va aggiunto un potenziale beneficio in termini di riduzione del VAT gap e del recupero con carta pro-capite in Italia al 2025. La riduzione del VAT gap e il recupero di gettito dall’economia sommersa legati a questo incremento delle transazioni procapite abilitano, inoltre, un gettito addizionale per lo Stato pari a 4,5 miliardi di Euro.

     

    Simone Fausti

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