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    Dl Rilancio approvato alla Camera, con alcune modifiche.

    Dl Rilancio approvato alla Camera, con alcune modifiche.

    Il dl Rilancio è stato approvato dalla Camera che ne ha modificato alcune parti. Ora passa al Senato ed entro il 18 luglio sarà convertito in legge.

    Il decreto Rilancio è stato approvato dalla Camera dei Deputati e ora passa al Senato. La super-manovra da 55 miliardi di euro varata dal governo ha trovato 278 voti favorevoli, 187 contrati e 1 astenuto a Montecitorio. Si prevede che il testo arrivi a Palazzo Madama il 14 luglio mentre il 18 luglio è la deadline definitiva: entro quel giorno il decreto legge andrà convertito in maniera definitiva.

    Nel passaggio alla Camera il dl Rilancio ha subito qualche modifica come l’estensione del superbonus ristrutturazione al 110% anche alle seconde case, l’anticipo della cassa integrazione in deroga, il nuovo meccanismo per i finanziamenti a fondo perduto rivolti alle partite Iva e l’aumento (contenuto) dei fondi per le scuole paritarie dopo un ampio dibattitto che ha visto l’opposizione scendere in piazza per evitare che tali scuole venissero dimenticate dal governo con il rischio che molte di loro avrebbero avuto difficoltà a riaprire a settembre. Protesta che ha incontrato l’opposizione ideologica di ampi settori della maggioranza, a partire dai cinque stelle, ma che ha trovato sponda in Italia Viva.

    Nel frattempo, durante la discussione alla camera, sono stati approvati alcuni ordini del giorno dell’opposizione tra cui quello di Fratelli d’Italia in cui viene chiesto che il governo «si impegni a garantire che le modalità attuative del presente decreto siano licenziate nei tempi più brevi, per scongiurare ulteriori blocchi nelle operatività del settore dell’edilizia».

    La leader di FDI, Giorgia Meloni, ha affermato che con questa proposta «il governo si impegna anche a togliere la norma secondo cui le imprese edili possono aggiudicarsi lavori di efficientamento energetico in proporzione alle tasse pagate l’anno precedente». Una regola che, secondo la Meloni, «favoriva grandi colossi a scapito di migliaia di PMI». A questo odg si aggiunge quello della Lega che «impegna il governo a estendere la mini flat tax per il 2020 e il 2021 a chi fattura tra i 65mila e i 100mila euro».

    Non mancano tuttavia le criticità dopo questo passaggio alla Camera. Come osservato da più parti, sorprende la decisione della Commissione Bilancio che ha approvato un emendamento che conferma la proroga fino al 2033 delle concessioni balneari, dunque per i prossimi tredici anni. Un arco temporale particolarmente lungo dal momento che ci si augura che il settore si riprenda dalla batosta del covid-19 in tempi decisamente più brevi.

    Simone Fausti

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