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    Estate 2020, Airbnb si fa largo tra le fatiche degli albergatori

    Estate 2020, Airbnb si fa largo tra le fatiche degli albergatori

    Gli albergatori stentano a ripartire e i turisti privilegiano le soluzioni di affitto di breve e brevissimo periodo.

    Sono ancora molto lontani i fasti del 2015 per gli albergatori quando il New York Times designava Milano come la prima meta turistica a livello mondiale non solo per le sue caratteristiche ma anche come hub di luoghi d’eccellenza del territorio limitrofo. La pandemia lascia pesanti strascichi nel capoluogo milanese, dove il turismo fatica a ripartire spostando le previsioni di ripresa ancora in là nel tempo, tuttavia qualche spiraglio comincia ad intravvedersi dagli osservatori degli affitti di breve e brevissimo periodo.

    Complice la chiusura di molte delle strutture alberghiere meneghine, che preferiscono rinviare l’apertura dopo il periodo estivo per limitare le perdite, si sta assistendo ad una leggera ripresa delle richieste di case e appartamenti in affitto per brevi periodi tramite i noti operatori dell’hospitality, Booking e Airbnb. La diffidenza dei turisti è ancora palpabile e chi decide di spostarsi tende a prediligere il comfort e la sicurezza di un’abitazione privata – specialmente se viaggia con la famiglia al seguito – rispetto alle strutture alberghiere, nonostante queste ultime abbiano implementato rigorosi protocolli a tutela della salute per garantire la riapertura in totale sicurezza.

    I prezzi degli affitti a breve termine confermano il trend. Nonostante il calo del turismo, infatti, le tariffe non hanno subito il temuto crollo che gli operatori avevano messo in conto per il periodo post lockdown, facendo guardare al futuro con un cauto ottimismo. Dalla metà di maggio il dato a livello nazionale registra una graduale crescita delle prenotazioni di alloggi per brevi periodi, anche se le presenze si mantengono ancora al di sotto della metà rispetto al medesimo periodo del 2019. In particolare sono gli stranieri ad essere i grandi assenti dell’estate 2020, compensati però dagli italiani che hanno eletto il territorio nazionale come meta turistica per le proprie vacanze, alla riscoperta delle numerose località di mare e montagna dislocate lungo l’intera penisola. In questo senso è però proprio Milano ad essere penalizzata, perché se gran parte del turismo estivo era legato agli stranieri, attirati dalle bellezze del capoluogo lombardo e dal ricco palinsesto di eventi pensati per il periodo estivo, quest’anno si dovrà attendere almeno l’autunno per assistere ad una ripresa significativa delle prenotazioni. Per l’estate 2020, secondo Francesco Zorgno, presidente della milanese Cleanbnb Spa leader nella gestione degli affitti di breve durata, intervistato da Il Giorno, le richieste di alloggi in affitto saranno per lo più riservate a viaggiatori di passaggio per Milano per ragioni legate prevalentemente al lavoro o per il cosiddetto “turismo sanitario”.

    E in epoca di vacche magre, l’opzione della casa in affitto risulta economicamente più competitiva rispetto alla tradizionale struttura alberghiera. Basti pensare che per un alloggio in quella che viene chiamata la Notting Hill milanese, tra la Statale di Milano e il Policlinico, sono sufficienti 79 euro a notte o, volendo stare nei pressi della Stazione Centrale, si possono trovare soluzioni che superano di poco i 30 euro a pernottamento, costi del servizio e tasse di soggiorno incluse. Flessibilità e ridotti costi fissi di gestione delle strutture, sono le carte vincenti alla base di una ripresa rapida del settore a scapito di quello alberghiero, ancora oggi in forte contrazione e con prospettive di ripartenza tutt’altro che rosee, sulle quali – oltretutto – incombe il concreto rischio che la crisi in cui versa venga cavalcata proprio dai colossi degli affitti di breve durata per agguantare quote di mercato maggiori.

    Micol Mulè

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