mercoledì, Aprile 24, 2024
More
    Home Economia Aziende: una su dieci a rischio default se l’emergenza coronavirus non rientra...

    Aziende: una su dieci a rischio default se l’emergenza coronavirus non rientra entro la fine dell’anno

    I tempi di creazione e commercializzazione di un vaccino contro il coronavirus sono al momento fortemente incerti oltre al fatto che non è chiaro se l’entità della diffusione del COVID-19 è destinata ad aumentare esponenzialmente. Motivo per cui Cerved, agenzia di rating tra le più importanti in Europa, ha delineato due scenari per le aziende: uno soft e uno hard.

    La Cerved Rating Agency (CRA) ha prodotto uno studio, “Impact of the Coronavirus on the Italian non-financial corporates”, basato su un portafoglio di simulazione costituito da circa 25mila rating emessi recentemente dalla CRA e sufficientemente rappresentativo del comparto delle aziende italiane, tramite l’adozione di un approccio di natura quali-quantitativa.

    Nello scenario soft, si prevede la fine di questa emergenza sanitaria nel breve termine, cioè si stimano circa 3-6 mesi per contenere gli effetti globali di quella che viene classificata come epidemia. Nello scenario hard, l’emergenza viene classificata come pandemia e si prevede il termine dell’emergenza globale nel lungo-medio periodo, con un tempo di contenimento degli effetti tra i 6 e i 12 mesi. In questa seconda ipotesi, lo studio afferma che in Italia un’azienda su dieci rischia di fallire anche a causa delle misure di contenimento che di fatto fermerebbero l’economia delle aree più produttive del paese.

    Le prime conseguenze di questa emergenza sono sotto gli occhi di tutti: rallentamenti nella produzione, chiusure temporanee forzate, calo dei margini. Le ipotesi simulative di Cerved riguardano le evoluzioni attese in termini di valore e costo della produzione per cui si prevede un calo dei volumi di produzione e di concentrazione della domanda oltre a un peggioramento generalizzato del capitale circolante netto e un aumento dei debiti finanziari a breve.

    Alle condizioni attuali la probabilità di default è pari a 4,9%, intesa come punto di partenza di applicazione degli scenari. Nell’ipotesi soft, la probabilità media di default stimata sale a 6,8% con variazione per settore tra il 2,7% e il 10,6%. Nello scenario hard, invece, questa stima sale al 10,4%, con variazione per settore tra il 7,5% e il 15,4%. Alcuni settori stanno già sperimentando importanti contraccolpi: il comparto tessile-abbigliamento, per esempio, è penalizzato dalla dipendenza dalla Cina le cui difficoltà mettono a rischio la continuità delle forniture. In generale, l’area manifatturiera sarebbe tra le più colpite, soprattutto in mancanza di supporto mirato da parte delle istituzioni.

    Simone Fausti

    Most Popular

    Approvato il nuovo regolamento europeo sul packaging: soddisfatto Massimiliano Salini

    Il Parlamento Europeo ha recentemente ratificato il nuovo "Regolamento Europeo sul Packaging", un passo importante nel contesto legislativo europeo che mira a regolare gli...

    Crescita demografica degli animali in Italia: un mercato in espansione da oltre 3 miliardi di euro

    In Italia, gli animali da compagnia hanno superato numericamente la popolazione umana, raggiungendo i 65 milioni nel 2023. Questo aumento è stato documentato nel...

    Donne e tecnologia: oltre il 70% ancora fatica ad ottenere il giusto riconoscimento economico

    Preparate, dedite al lavoro anche in termini orari, eppure le professioniste in ambito tecnologico ancora non riescono ad avere un riconoscimento salariale e di...

    Gaza, Israele prepara l’evacuazione di Rafah: tendopoli in costruzione fuori Khan Yunis

    Secondo il Wall Street Journal, Israele è al lavoro per preparare l'evacuazione di oltre un milione di civili palestinesi da Rafah, nell'estremo sud di...

    Recent Comments