giovedì, Maggio 2, 2024
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    L’assurdo caso Tridico ed un paese alla deriva

    Prima di tutto, dire che Tridico si è triplicato lo stipendio è falso. É aumentato solo del 250%. Inoltre, a voler essere pignoli, Tridico sta solo attuando una disposizione del Governo. Stabilita come accordo tra i contraenti del governo giallo verde, la retribuzione era rimasta congelata fino ad Agosto. Quando le inclementi temperature l’hanno scongelata il 7. Il documento che autorizza l’aumento (retroattivo? O quella è stata una licenza interpretativa?) porta la firma del Ministro Catalfo (M5S) e la controfirma di Gualtieri (PD).

     

    Ottimo. Qualcuno obietta che, nonostante tutto, Tridico avrebbe dovuto, per opportunità, disapplicare le direttive ministeriali. E che quindi, ora, dovrebbe dimettersi. A parte il fatto che disapplicare gli ordini ministeriali per chi dirige un ente pubblico non dovrebbe essere un’opzione da utilizzarsi salvo gravissime emergenze, l’intera vicenda non ha molto senso. Ma, come talvolta accade alle cose che non hanno molto senso, è sicuramente molto divertente.

     

    Antefatto. La reazione Pavloviana dei commentatori rientra perfettamente nella dinamica a cinque stelle. Solo che ora sul banco degli imputati finiscono Di Maio, ministro all’epoca della redifinizione dello stipendio, e Nunzia Catalfo, che l’ha appena firmato. Due domande di base: perché la politica ha sbloccato la cosa proprio oggi? E perché era stato deciso originariamente il raddoppio? Non so se lo sapremo mai. Qualcuno ha provato a far notare che i professionisti che dirigono istituti come l’INPS non possono prendere come un medico di base. Ovviamente i fischi hanno annegato questa flebile protesta.

     

    Va detto anche che a volte le grandi aziende possono decidere per opzioni low cost al vertice. Qualcuno non troppo impegnativo, da cui non ti aspetti molto. Uno che obbedisca agli ordini, firmi dove gli dici di firmare e ti facciano risparmiare alla fine dell’anno. Non accade spesso, ma a volte succede. Tridico siamo del tutto sicuri che non appartenga a questa categoria? In questo caso però, attenzione, non avrebbe comunque compiuto nulla di male! Gli hanno passato un ordine, lui ha obbedito. Fine. Un ordine che sembra davvero un elegante trappolone, con annessa liquidazione (gli arretrati) che libera una casella ingombrante per i cinque stelle da dare al PD per compensare i cambi di peso politico post regionali.

     

    È giusto? È etico? No. Ma (anche questo) è politica. E prima di versare lacrime di coccodrillo ricordiamoci della vicenda dei bonus da 600 euro chiesti dagli eletti. Un elenco di schedati che non è mai stato pubblicato, ma la cui menzione ha provocato un linciaggio collettivo, condito di autodafè e suicidi politici. Oltre che, ovviamente, dei problemi con la cassintegrazione ed i bonus, in cui il Presidente Tridico si è schierato sempre, acriticamente, col governo. Senza mai una voce di opposizione. Di autonomia. Non era Boeri, non aveva il compito di esserlo. Ed oggi riceve questo come ricompensa.

     

    Non è bello. Non è giusto. Ma è la politica al tempo del referendum. Una grande gara a buttare giù i potenti per il gusto di affondare tutti assieme. Non si corre alle scialuppe, in questo Titanic. Si corre in prima classe a devastare la cristalleria.

    Luca Rampazzo

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