martedì, Aprile 30, 2024
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    Fase 3 in Lombardia: intervista al Presidente Fermi

    Fase 3 in Lombardia: intervista al Presidente Fermi

    Il turismo è uno dei settori più colpiti da virus. Si pensa tanto alle spiagge e al distanziamento al mare, ma come la mettiamo con la montagna? Presidente Fermi, riusciremo a salvare la prossima stagione sciistica?

    La valorizzazione del patrimonio montano lombardo è per noi una priorità da sempre. E infatti ci eravamo già attivati ben prima dell’emergenza sanitaria con iniziative e campagne per far conoscere i nostri bellissimi territori montani. Il 5 luglio celebreremo per la prima volta la giornata delle montagne lombarde con lo scopo proprio di promuovere il turismo e di sostenere le persone che qui vivono e lavorano. Sono stato il primo firmatario della Legge approvata a febbraio dal Consiglio per salvaguardare le risorse naturali dei nostri monti e per diffondere le culture, i saperi, gli stili di vita di questi territori. Ci tengo particolarmente. Ovvio che non dobbiamo farci trovare impreparati il prossimo inverno, dopo che la scorsa stagione sciistica è stata bruscamente interrotta a causa della pandemia. Ritengo fondamentale avviare un confronto fin da subito mettendo in campo ogni tipo di soluzione per evitare di trovarci travolti da un’altra eventuale crisi.

     

    La Regione è stata sempre al fianco delle imprese in questo periodo emergenziale. Quali sono le strategie che pensate di attuare per questa Fase 3 di ripartenza?

    Entrati nella Fase3, nevralgica per la ripresa, Regione Lombardia è scesa subito in campo stanziando 3 miliardi di euro per aiutare la ripartenza dell’economia della Regione, duramente messa alla prova dalla diffusione di Covid-19, dando priorità alla realizzazione delle opere subito cantierabili, con l’obiettivo di far lavorare e far ripartire le aziende lombarde dopo l’emergenza. In particolare ci tengo a sottolineare che 400 milioni di euro sono stati destinati agli enti locali per permettere investimenti immediati sul territorio.

    Nel frattempo Regione Lombardia si è attivata per la sospensione di alcuni tributi regionali, tra cui il bollo auto, per aiutare concretamente i cittadini in difficoltà dopo il lockdown. Tra i provvedimenti di maggior rilievo, utili per le imprese, rientra il bando “Credito adesso evolution” nato per soddisfare l’esigenza di piccole e medie imprese e professionisti lombardi di poter disporre di liquidità per garantire la continuità aziendale e avere le risorse necessarie per consentire la ripartenza. Esaurite le risorse, a fronte delle numerose richieste, potrebbe essere rifinanziato in fase di assestamento di bilancio.

     

    E’ realistico pensare ad un modello Lombardo meno Milanocentrico e più basato sulla produzione?

    Assolutamente, oggi più che mai occorre ripartire da una maggiore valorizzazione delle piccole realtà locali, soprattutto quelle produttive. Mi riferisco per esempio alla Brianza, ma anche alle zone del Bergamasco e del Bresciano o all’agricoltura della Pianura Padana. È necessario che si sviluppino e crescano, accanto a Milano, città che deve mantenere la sua vocazione di capitale europea legata al settore terziario. Ma perché ciò avvenga il primo passo sono le infrastrutture: è indispensabile che queste zone possano essere raggiunte con facilità, attraverso collegamenti viabilistici, ferroviari e di rete funzionali. Ci stiamo lavorando.

     

    Tema frontalieri: come possiamo aumentare la collaborazione con la Svizzera in questi momenti così incerti?

    Come ho sottolineato in altre occasioni, ritengo vitale instaurare un dialogo con le autorità elvetiche. Però deve essere un confronto che parta da alcuni punti fermi: ribadisco infatti il mio no alla ratifica dell’Accordo 2015 con la Confederazione elvetica sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri residenti in Italia, che è estremamente lesivo per i territori confinanti e per i nostri concittadini che lavorano in Svizzera. È evidente che il lavoro dei pendolari frontalieri sia cruciale in molti settori dell’economia svizzera dove manca personale qualificato, per esempio nella sanità. La riapertura tanto attesa delle frontiere non ha giovato solo a noi italiani, ma anche ai tanti svizzeri che, come riportato dalla stampa locale, si sono riversati in massa per acquistare, in Italia, beni di prima necessità, dove i prezzi sono più convenienti. Insomma, dobbiamo collaborare per una convivenza che porta beneficio a entrambe i territori, evitando magari pretestuosi referendum che non servono a nessuno.

    In queste settimane il Consiglio regionale si è attivato per incontrare le diverse realtà produttive e imprenditoriali lombarde. Quali erano gli obiettivi dell’iniziativa?

    Abbiamo macinato molti chilometri in queste settimane, facendo tappa in tutte le province lombarde con il tour Riparti Lombardia. Ma ne è valsa la pena. Lo scopo era “ascoltare” i territori per avere una fotografia concreta della situazione dei diversi settori economici e produttivi e capire come intervenire concretamente, con leggi e finanziamenti che favorissero davvero la ripresa. Devo dire di essere molto soddisfatto dei momenti di confronto. Tanti gli spunti raccolti, con semplificazione amministrativa e accesso alla liquidità tra le richieste più urgenti e corali. Ci stiamo muovendo in questa direzione, solo così la ripartenza, che sarà lunga e difficile, potrà essere davvero efficace.

     

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