Il reddito disponibile degli italiani continua a crescere, ma la forbice tra ricchi e poveri si allarga leggermente, mentre la povertà assoluta resta sostanzialmente stabile. È quanto emerge dall’analisi degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (Bes) del Ministero dell’Economia e delle Finanze, contenuta nell’allegato al Documento di economia e finanza programmatica (Dpfp) 2025.
Secondo il report, il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale – uno dei dodici indicatori presi in esame – ha registrato nel 2024 un incremento del +3% rispetto al 2023, proseguendo la crescita iniziata nel 2021. A fine periodo, il livello dell’indicatore risulterà più alto dell’11,5% rispetto al 2024, sostenuto dalla buona dinamica dei redditi familiari e da una lieve riduzione della popolazione.
Il Ministero evidenzia inoltre che, tenendo conto del calo dell’inflazione, il reddito reale pro capite aumenterà del 5,2% nel 2025 rispetto al 2019, con un incremento cumulato dell’8% nel triennio successivo.
Cresce la disuguaglianza dei redditi
Nonostante la crescita economica, si registra un lieve peggioramento nella distribuzione della ricchezza. L’indice di disuguaglianza del reddito netto, che misura il rapporto tra il quinto più ricco e il quinto più povero della popolazione, sale nel 2024 a 5,5 punti, in aumento di 0,2 punti rispetto all’anno precedente.
Le proiezioni per il periodo 2025-2028 indicano tuttavia una stabilizzazione del divario, in attesa che vengano definiti interventi strutturali, come la riforma dell’IRPEF, che potrebbero incidere sui futuri equilibri redistributivi.
Povertà assoluta stabile
Sul fronte della povertà assoluta, i dati relativi al 2023 mostrano una sostanziale stabilità rispetto al 2022. L’incidenza si attesta all’8,5% delle famiglie residenti (+0,2 punti percentuali) e al 9,8% della popolazione (+0,1 punti).
Le previsioni per il periodo 2024-2028 confermano la tendenza, con una povertà familiare sostanzialmente invariata dopo l’aumento significativo registrato nel 2022 rispetto al 2021.
Mercato del lavoro in miglioramento
Tra i dodici indicatori analizzati nel Dpfp 2025 figurano anche occupazione, salute, istruzione, sicurezza e ambiente. In particolare, il tasso di mancata partecipazione al lavoro – che include anche gli inattivi disponibili – mostra un miglioramento di 1,5 punti percentuali nel 2024, grazie all’aumento degli occupati e al calo degli inattivi.
Le prospettive restano positive anche per i prossimi anni: entro il 2028, il tasso di disoccupazione potrebbe scendere ulteriormente di 0,2 punti percentuali, confermando la solidità del mercato del lavoro italiano.
Andrea Valsecchi