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    Corte dei Conti boccia il Piano Banda ultralarga

    Corte dei Conti boccia il Piano Banda ultralarga
    Il Piano Banda ultralarga in Italia è stato bocciato da parte della Corte dei Conti a causa dei ritardi nella sua realizzazione. L’obiettivo del piano è quello di fornire connessioni internet ultraveloci in tutto il Paese, comprese le zone più remote, ma secondo la Corte dei Conti il piano non raggiungerà l’obiettivo di coprire le oltre 8 milioni di abitazioni che attualmente non sono servite da connessioni ultraveloci entro il termine previsto del 2025. Le zone rurali e remote del Paese sono considerate “a fallimento di mercato” e richiedono l’intervento dello Stato per garantire una copertura adeguata.
    Il Piano Banda Ultralarga, avviato nel 2015, ha richiesto un investimento pubblico di circa tre miliardi di euro provenienti da fondi nazionali ed europei. Tuttavia i ritardi nella realizzazione della rete hanno comportato il pagamento di penali per un importo complessivo di circa 54,6 milioni di euro. La Corte dei Conti ha sottolineato che solo il 54% dell’obiettivo finale è stato raggiunto, con soli 3,4 milioni di abitazioni coperte su un totale di 8,3 milioni di abitazioni nelle “Aree bianche”, soprattutto nel Sud Italia.
    Il Piano strategico “BUL” è stato istituito per colmare la mancanza di investimenti privati nelle zone a fallimento di mercato, mafinora non ha conseguito i risultati attesi. Il piano prevede la copertura di 6.300.000 unità immobiliari tramite la tecnologia Fiber To The Home (FTTH), 2.100.000 unità tramite la tecnologia Fixed Wireless Access (FWA), e 29.895 sedi della pubblica amministrazione e aree industriali distribuite in 7.413 comuni italiani.
    Secondo un’analisi recente solo il 54% dell’obiettivo finale è stato raggiunto entro la fine del 2023 e circa 3,4 milioni di abitazioni sono state coperte dalla fibra ultraveloce, mentre altre 437.000 unità immobiliari sono in fase di collaudo e oltre 2,2 milioni sono in fase di lavorazione. Riguardo alle sedi della pubblica amministrazione e alle aree industriali, solo il 62% è stato coperto dalla fibra ultraveloce.
    La Corte dei Conti ha richiamato il governo affinché vengano adottati interventi correttivi per affrontare i ritardi e la scarsità di manodopera specializzata nel settore. È necessario stabilire nuove scadenze realistiche e monitorare attentamente il progresso dei lavori, inoltre si sottolinea l’importanza di affrontare efficacemente le questioni relative alle autorizzazioni e ai permessi locali che hanno rallentato la fase di progettazione esecutiva.
    Gli organismi responsabili del Piano Banda ultralarga hanno riconosciuto i rallentamenti e gli ostacoli incontrati durante l’implementazione del piano. Si è menzionata la molteplicità di fattori che hanno contribuito ai ritardi, tra cui il ritardo nella concessione di permessi e autorizzazioni a livello locale, ma sono arrivate rassicurazioni sul fatto che le società pubbliche stanno monitorando costantemente il concessionario Open Fiber per garantire il progresso rapido ed efficace del piano.
    Pietro Broccanello

     

    Foto: Bob Mical

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