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mercoledì 29 Ottobre, 2025
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80 anni Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza: una storia che parla del legame indissolubile tra imprese e territorio

Economia milanese a trazione terziario, numeri significativi nell’attrattività e nel turismo, ma crescente sofferenza della rete commerciale di vicinato. Nei primi sette mesi del 2025 cessate a Milano 473 attività commerciali, rischio desertificazione da contrastare.

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“Gli 80 anni di Confcommercio sono 80 anni di storia italiana e dunque di Milano, Lodi, Monza e Brianza. Una storia scritta da piccole, medie e grandi imprese del terziario di mercato che sostengono l’occupazione e garantiscono benessere diffuso”. È il pensiero del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli in occasione dell’importante traguardo di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, la più grande associazione territoriale d’imprese di Confcommercio (e fra le maggiori associazioni territoriali d’imprese d’Europa) che conta oltre 40mila imprese associate per più 300 mila occupati, alla quale aderiscono 18 associazioni territoriali e 90 associazioni di categoria in rappresentanza di tutti i settori del terziario.

80 anni di storia per Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e la conferma, dai dati, del ruolo preponderante delle imprese del terziario rappresentate nell’economia e nello sviluppo dei territori. Soprattutto Milano e Città Metropolitana confermano questa vocazione, con il 75% delle imprese (oltre 237mila) attive nel terziario ed un trend in crescita costante dal 1997 (unica eccezione nel 2007 con un -16,7%). A distanza significativa le costruzioni (14%) e l’industria (8%). Anche sul fronte degli addetti è il terziario a farla da padrone, con il 74% (oltre 1 milione e 275mila persone) che lavora nel settore, segno dell’andamento costantemente in crescita registrato nel decennio 2014-2024.

Milano Città Metropolitana ha, in particolare, nel turismo e nell’attrattività legata ai grandi eventi una leva sempre più importante per l’economia: dal luglio 2019 al luglio 2025 – secondo i dati elaborati dal Centro Studi – gli arrivi turistici sono cresciuti del 31,9%, passando da 883.660 a 1.165.872 di presenze. Basti pensare che, solo quest’anno, la spesa turistica generata da alcuni grandi eventi quali le Milano Fashion Week, il Salone del Mobile e il Gran Premio di Formula Uno di Monza, ha sfiorato i 900 milioni di euro.

In quest’ottica c’è grande attesa, da parte delle imprese del terziario, per gli ormai prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici invernali 2026. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi sul sondaggio che ha coinvolto le Confcommercio lombarde, del Veneto e del Trentino-Alto Adige, il 75% degli operatori (quasi 600 imprese) si aspetta un incremento di fatturato, il 7% ha in previsione di assumere nuovo personale ed il 19,4% indirizzerà gli investimenti nelle attività di marketing e comunicazione.

Imprese che stanno al passo con i tempi, sfruttando anche le nuove tecnologie per puntare ad essere sempre più competitive: Da una prima analisi dei dati relativi all’indagine di aggiornamento di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza sull’impatto dell’Intelligenza artificiale, condotta su un campione di oltre 1000 imprese, emerge un aumento del 26% dell’utilizzo dell’AI.

“Oggi la Grande Milano e il suo territorio sono cambiati profondamente e sono soprattutto a trazione commerciale – ha aggiunto Sangalli nel suo intervento -. Tuttavia, la desertificazione dei centri urbani è un rischio reale che va maggiormente contrastato con più innovazione e meno burocrazia e carico fiscale”. A Milano città i negozi, alimentari e non alimentari, sono oltre 25 mila, in calo dell’1,2% in un anno (2024 su 2023): per gli alimentari -1,5%, per i non alimentari -1,7%, mentre i pubblici esercizi globalmente considerati sono oltre 15.800 con un lieve calo rispetto al precedente anno (-0,4% sempre 2024 su 2023).

Secondo le elaborazioni del Centro Studi su dati del registro Imprese, nei primi sette mesi Milano ha perso 473 attività commerciali: il 78% in periferia e il 22% in centro. La rete commerciale di vicinato soffre, maggiormente, nella periferia nord (Municipi 2 e 9) ma le chiusure maggiori, il 7%, si sono registrate nell’area Lorenteggio-Giambellino (poi 5,7% Casoretto-Lambrate; 5,4% Turro-Crescenzago-via Padova; 5,4% Città Studi-Argonne e Porta Genova-Tortona).

Fra le categorie merceologiche a soffrire di più sono abbigliamento (14,6% delle cessazioni), calzature (7,8%) e arredamento (5,8%) in centro; abbigliamento (8,9% delle cessazioni) e vendita di alimentari e bevande (8,1%) in periferia.

Tra le maggiori cause della desertificazione commerciale, responsabile anche di degrado urbanistico e problemi di sicurezza, rientrano i costi d’affitto, i cambi di destinazione d’uso, la concorrenza di piattaforme online e di catene di vendita globali. Come contromisure le imprese segnalano alcuni possibili interventi, come sgravi fiscali e agevolazioni per gli esercizi commerciali; una ripartizione più equilibrata della distribuzione commerciale sul territorio, meccanismi per calmierare i prezzi degli affitti; favorire destinazioni d’uso miste (commercio, artigianato, ma anche servizi per i cittadini) ed incentivi agli eventi che coinvolgano le attività commerciali.

 

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