Il vertice in Alaska tra Trump e Putin di un mese e mezzo fa si è rivelato un fuoco fatuo e ora Washington si prepara a fornire un nuovo tipo di arma a Zelensky. Il vicepresidente americano JD Vance, infatti, ha dichiarato che gli Usa stanno valutando l’invio di missili a lungo raggio Tomahawk a Kiev. L’inviato statunitense in Ucraina, Keith Kellogg, ha spiegato a Fox News che di fatto Donald Trump ha autorizzato attacchi in profondità contro obiettivi nel territorio russo.
Il BGM-109 Tomahawk è un missile da crociera subsonico (cioè, che viaggia a una velocità inferiore a quella del suono) a lungo raggio: può colpire con precisione fino a 1600 chilometri di distanza. È lungo più di cinque metri e ciascun missile costa circa 1,3 milioni di dollari. Questo tipo di arma è stata già utilizzata dagli Stati Uniti in diverse occasioni come nella guerra contro Saddam Hussein in Iraq e più recentemente contro alcuni siti nucleari iraniani, come ricorda Rai News. Mosca prova a ridimensionare la minaccia. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, “non esiste alcuna panacea che possa cambiare l’attuale situazione sul fronte per il regime di Kiev”.
Per il commissario europeo alla Difesa, Andrius Kubilius, oggi “l’Ucraina è in grado di riportare la guerra nei territori russi con attacchi in profondità”. Kubilius ha suggerito che l’Ue potrebbe “sostenere molto di più le capacità ucraine in quel campo”. Ursula von der Leyen ieri ha detto che, a fronte di un’economia russa sotto pressione e delle esigue conquiste territoriali dell’esercito di Putin, “un’azione decisiva” da parte dell’Europa “può rappresentare una svolta in questo conflitto”, senza tuttavia specificare in cosa potrebbe consistere questa tale azione. Probabilmente la presidente della Commissione Ue si riferiva alla rinuncia completa al gas russo da parte degli Stati Membri.
Nel frattempo, mentre Zelensky propone alla Polonia e a tutti gli europei di costruire “uno scudo comune contro le minacce aeree russe”, raccoglie consensi l’idea di realizzare un sistema integrato di difesa anti-droni lungo il fianco orientale europeo. Tale sistema dovrà comporsi di “sistemi di rilevamento, di guerra elettronica, di intercettori e di artiglieria tradizionale”, ha spiegato Kubilius. La difesa aerea rimane, infatti, un punto critico. Su questo fronte, la Germania ha deciso di fornire a Kiev due nuovi sistemi Patriot entro la fine dell’anno: lo ha annunciato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, secondo quanto riporta il Kiev Indipendent.






