back to top
mercoledì 14 Maggio, 2025
Sign In
spot_img
spot_img

Nato, l’ammiraglio Dragone avverte: pace e stabilità hanno un prezzo, la deterrenza è un vaccino contro instabilità e minacce

spot_img

I più letti

Gran parte della classe politica italiana ha le idee un po’ confuse su come si difende la Patria, al contrario dei principali esponenti dei ranghi militari italiani. Paesi come Polonia e Francia hanno abbastanza chiaro che la Russia rappresenta una minaccia concreta. Mosca, oltre ad aver invaso l’Ucraina, minaccia costantemente l’Europa con un’intensa guerra ibrida e fa tremare altri Stati che hanno al loro interno un’importante presenza di russi, come i Paesi Baltici. La classe politica italiana, invece, tentenna quando si parla di difesa e si scandalizza addirittura quando nel dibattito europeo è si discute di riarmo.

C’è un italiano, tuttavia, che chiama le cose con il loro nome. È l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Presidente del Comitato Militare della Nato, alla cui riunione ieri hanno partecipato i 32 Alleati. Dragone ha parlato della deterrenza come di un “vaccino”: se non ne siamo dotati, “ci esponiamo a un rischio maggiore di instabilità e ci rendiamo inutilmente vulnerabili alle minacce”.

Cosa significa concretamente? Per Dragone, “investire di più, e non solo spendere di più, è fondamentale per mantenere la nostra pace ora e in futuro”. Giorgia Meloni ha assicurato che l’Italia raggiungerà entro fine anno il target del 2% di spesa del Pil per la difesa, anche se siamo uno dei Paesi in cui la quota più alta di spese per la difesa finisce in stipendi e costi amministrativi, motivo per cui sarà fondamentale capire come spendere in maniera efficiente queste risorse.

Rivolgendosi alle Alleati, Dragone ha dichiarato che “la pace e la stabilità non possono essere date per scontate e hanno un prezzo”, aggiungendo tuttavia che “il costo della sicurezza non è nulla in confronto al costo di combattere una guerra e riprendersi da essa”. Nessuno nega che l’Italia ha tante priorità: da una maggiore spesa per la sanità fino al problema degli investimenti in istruzione, ma il lavoro della politica è conciliare le diverse esigenze, fissando priorità senza demonizzare le nuove necessità di difesa. Il tutto nell’ottica di un’efficace deterrenza, la quale, una volta raggiunta, coinciderebbe con l’esigenza di tutti quanti: evitare di essere aggrediti e ritrovarsi in guerra.

- Advertisement -spot_img

Altri articoli

- Advertisement -spot_img

Articoli recenti