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lunedì 12 Maggio, 2025
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Referendum 2025: Guida al Voto

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Quando si vota

Il referendum si terrà domenica 8 giugno (dalle 7:00 alle 23:00) e lunedì 9 giugno (dalle 7:00 alle 15:00). Si voterà insieme ai ballottaggi delle elezioni amministrative. Perché il risultato sia valido, è necessario che partecipi almeno il 50% più uno degli aventi diritto.

I 5 quesiti referendari

1. Licenziamenti e reintegro:
Questo quesito propone di eliminare le restrizioni che limitano il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato, per chi è stato assunto con contratti a tutele crescenti. Se vince il Sì, il diritto al reintegro si applicherebbe a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla data di assunzione.

2. Indennità di licenziamento nelle piccole imprese:
Il quesito chiede di eliminare il tetto massimo previsto per l’indennità economica da versare ai lavoratori licenziati senza giusta causa, nelle aziende con meno di 15 dipendenti. In caso di vittoria del Sì, i giudici avrebbero maggiore libertà nel decidere l’ammontare dell’indennizzo.

3. Contratti a termine:
Si propone di abrogare la norma che consente di stipulare contratti a termine fino a 12 mesi senza indicarne la motivazione. Con il Sì, le aziende sarebbero obbligate a specificare una causale per tutti i contratti a tempo determinato, anche se brevi.

4. Responsabilità negli appalti:
Il referendum punta a ripristinare la responsabilità del committente nei casi di infortuni sul lavoro che coinvolgano i dipendenti delle imprese appaltatrici. Se il Sì prevale, chi affida i lavori tornerebbe ad essere corresponsabile per la sicurezza dei lavoratori.

5. Cittadinanza italiana:
Questo quesito propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza necessario per i cittadini non comunitari per poter richiedere la cittadinanza italiana. In caso di approvazione, il percorso di integrazione verrebbe notevolmente accelerato.
Se la maggioranza degli elettori vota Sì a uno o più quesiti, le norme oggetto del referendum saranno abrogate. Questo significa che le disposizioni attualmente in vigore saranno eliminate e non più applicabili. Il Parlamento o il Governo, se necessario, potranno intervenire per adeguare l’ordinamento giuridico alla nuova situazione. In sintesi, il Sì comporta un cambiamento normativo effettivo e immediato su ciascun tema approvato con referendum.

Cosa succede se vince il Sì

Se la maggioranza dei votanti sceglie il “Sì” in uno o più quesiti referendari, le norme oggetto del quesito verranno abrogate, cioè cancellate dall’ordinamento giuridico italiano. Questo comporta l’immediata cessazione della validità delle disposizioni di legge a cui si fa riferimento nel quesito. Gli effetti pratici variano a seconda del tema:
Per i licenziamenti, si tornerebbe al reintegro obbligatorio per i lavoratori licenziati ingiustamente, anche con contratti a tutele crescenti.
Per l’indennità nei licenziamenti, verrebbe rimosso il limite massimo, dando al giudice più margine nella determinazione del risarcimento.
Per i contratti a termine, diventerebbe obbligatorio specificare una causale anche per contratti brevi.
Per la responsabilità negli appalti, i committenti tornerebbero a essere solidalmente responsabili per la sicurezza dei lavoratori.
Per la cittadinanza, i cittadini non comunitari potrebbero richiederla dopo 5 anni di residenza anziché 10.
L’abrogazione ha effetto immediato dopo la pubblicazione del risultato sulla Gazzetta Ufficiale. In seguito, Parlamento e Governo potrebbero intervenire per colmare eventuali vuoti normativi o ridefinire il quadro giuridico in base ai nuovi scenari.

Come si vota
Ogni elettore riceverà una scheda per ciascun quesito. Per esprimere la propria preferenza, sarà sufficiente barrare la casella corrispondente a ‘Sì’ (per abrogare la norma) oppure ‘No’ (per mantenerla in vigore).
Voto per residenti all’estero e fuori sede
Gli italiani residenti all’estero riceveranno il materiale elettorale direttamente al domicilio registrato e voteranno per corrispondenza. Gli elettori temporaneamente domiciliati in un altro comune per motivi di studio, lavoro o salute, avevano la possibilità di richiedere di votare nel comune in cui si trovano, presentando domanda entro il 5 maggio 2025.

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