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    Palazzo Gardella di Arese, anche il Fai si schiera per chiedere il vincolo di tutela

    Palazzo Gardella di Arese, anche il Fai si schiera per chiedere il vincolo di tutela
    Si teme che l’ex centro tecnico Alfa Romeo possasubire presto profonde trasformazioni se non addirittura la demolizione. Nei mesi scorsi già 260 nomi illustri di architetti e docenti del Politecnico hanno firmato petizione.
    Simbolo dell’eccellenza dell’industria italiana ed unico elemento superstite del grande stabilimento di Arese, inaugurato nel 1962, l’ex centro tecnico Alfa Romeo progettato dagli architetti Ignazio e Jacopo Gardella torna al centro dell’attenzione con la delegazione Fai Ovest Milano pronta a supportarne la causa nella speranza che possa essere salvaguardato.
    Fino allo scorso dicembre, FCA utilizzava la palazzina come base operativa dedicata all’assistenza clienti, dopodiché ha trasferito gli uffici altrove ed ha venduto l’edificio sul quale ora ci sono alcuni progetti in essere, non ancora definitivi, che potrebbero mettere a rischio il complesso ritenuto di grande valore architettonico. Sebbene infatti la struttura sia annoverata tra i beni culturali lombardi, ad oggi non gode dialcun vincolo di tutela.
    Già nei mesi scorsi diverse personalità di spicco dell’ambiente culturale milanese si sono mobilitate con una raccolta firme per tutelare la palazzina. Tra i firmatari della petizione indirizzata alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per la Lombardia, nonché Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura e Direzione Generale Creatività Contemporanea dello stesso, risultano 260 nomi illustri di architetti e docenti del Politecnico di Milano, insieme a storici e studiosi di arte da ogni parte del mondo che a gran voce hanno chiesto di avviare al più presto un procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale finalizzato a salvaguardare una “fondamentale testimonianza dell’architettura e della storia italiana, simbolo della grande tradizione industriale lombarda”.
    Il timore è che il cambio di proprietà dell’edificio, insieme alla dismissione funzionale, possa portare l’ex centro tecnico a subire presto profonde trasformazioni se non addirittura la demolizione come è già accaduto per la quasi totalità dell’ex stabilimento Alfa Romeo. “L’edificio in questione, dalle linee razionali e tipiche di una cultura architettonica ben definita, non può rimanere senza vincolo di tutela – spiegano dal Fai Ovest Milano –. Vorremmo sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolar modo il Comune di Arese e le autorità preposte, affinché si attivi al più presto un iter di salvaguardia del bene, in virtù del valore storico-architettonico che rappresenta”.
    Micol Mulè

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