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    L’autunno caldo delle proteste: forti preoccupazioni per lo sblocco dei licenziamenti

    L’autunno caldo delle proteste: forti preoccupazioni per lo sblocco dei licenziamenti
    L’ultimo caso riguarda Carrefour che ha annunciato 1.800 esuberi a livello nazionale e la chiusura di un centinaio di punti vendita. Sindacati: “Un fulmine a ciel sereno”.
    A meno di un mese dallo sblocco dei licenziamenti, previsto per il 31 ottobre, le acque sono già agitate da scioperi e proteste in diverse zone della Lombardia, dove Milano, Brescia e la Brianza sono i fronti più caldi. Pronti alla mobilitazione i lavoratori della catena Carrefour dopo l’annuncio del piano di riorganizzazione che contempla circa 1.800 esuberi a livello nazionale e la cessione di 106 negozi, di cui 82 Carrefour express e 24 Carrefour market, del colosso della distribuzione organizzata.
    Una realtà, quella di Carrefour, presente in Italia con la multicanalità dei diversi formati, dagli ipermercati ai cash&carry, che conta oltre 1.400 punti vendita tra diretti e franchising e ben 16.000 dipendenti diretti. “È un fulmine a ciel sereno, non ci aspettavamo certo l’annuncio della quinta ristrutturazione in 10 anni e l’ennesima riduzione di personale – spiega Paolo Andreani, segretario generale aggiunto Uiltucs, unione italiana lavoratori del turismo, commercio e servizi –. La multinazionale accelera sul franchising, rivede il piano industriale del 2019 e penalizza l’occupazione”.
    Preoccupa in particolare la situazione lombarda, dove al momento sono previsti – secondo quanto riferito dai sindacati – ben 170 esuberi nella sede centrale di Milano, e 41 punti vendita destinati alla chiusura. Dal canto suo, la multinazionale della grande distribuzione ha manifestato la volontà al dialogo con sindacati e istituzioni per garantire ad ogni collaboratore coinvolto la migliore soluzione possibile e l’attivazione di un piano sociale su base volontaria, che potrà contemplare “interventi di formazione e riqualificazione del personale per favorirne il ricollocamento interno ed esterno, programmi di sostegno all’imprenditoria e incentivi all’esodo”.
    E se i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sono pronti a indire uno sciopero qualora venisse confermato il piano di esuberi annunciato pochi giorni fa da Carrefour, nella vicina Brianza sono in corso ormai già da luglio scorso le proteste dei lavoratori della Gianetti ruote, dopo la decisione della proprietà, un fondo di investimenti tedesco, di chiudere lo stabilimento di Ceriano Laghetto dove conta 152 dipendenti. Proprio per oggi è annunciata una manifestazione nella sede bresciana dell’azienda, a Carpenedolo, contro i licenziamenti, mentre il 5 ottobre è atteso il pronunciamento del giudice del lavoro del tribunale di Monza che dovrà decidere in merito al ricorso presentato dai sindacati contro la Gianetti ruote che non li avrebbe coinvolti nella procedura di licenziamento, come previsto per legge, al fine di ricercare altre possibili soluzioni. Non va meglio per i lavoratori della ditta Timken di Villa Carcina nel bresciano, attiva in ambito automotive, che si trovano di fronte a un centinaio di tagli del personale e alla chiusura dello stabilimento. La palla passa ora a Regione e Confindustria Brescia nella speranza di poter arrivare ad un piano per ricollocare i dipendenti rimasti senza lavoro.
    Micol Mulè

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