mercoledì, Maggio 1, 2024
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    Milano, rogo Torre dei Moro: strage sfiorata, tra le ipotesi un cortocircuito.

    Milano, rogo Torre dei Moro: strage sfiorata, tra le ipotesi un cortocircuito.
    Confermata l’assenza di vittime e feriti, solo una quindicina di lievi intossicati. Attenzione puntata sul cappotto termico che avrebbe dovuto essere ignifugo. La Procura di Milano ha aperto un’indagine per disastro colposo.
    Quello che oggi rimane al civico 32 di via Antonini è lo scheletro annerito della Torre dei Moro, il grattacielo di 16 piani del quartiere Vigentino divorato dalle fiamme che sono divampate nel tardo pomeriggio di domenica per cause ancora in fase di accertamento. Le immagini del rogo hanno riportato alla memoria la strage della Grenfell Tower di Londra, che costò la vita a 72 persone, e solo il tempestivo tam-tam di allarme tra gli abitanti del palazzo ha reso l’epilogo miracolosamente diverso da quello del 2017.
    Il bilancio, confermato anche dal primo cittadino Beppe Sala giunto sul posto per verificare la situazione e seguire le operazioni di spegnimento e di messa in sicurezza dell’edificio da parte dei Vigili del Fuoco, non registra né vittime né feriti, tutte le circa 60 famiglie residenti nel palazzo sono state tratte in salvo e solo una quindicina di persone risultano lievemente intossicate dalle esalazioni di fumo.
    Le prime avvisaglie di quello che si sarebbe poi rivelato un incendio devastante sono state avvertite poco dopo le 17, quando alcuni residenti avrebbero percepito un forte odore di bruciato provenire dai piani alti del palazzo. Alle 17.36 Areu registra la chiamata di soccorso per un incendio che si è sviluppato all’interno di un appartamento dello stabile. È quello al 15° piano, dalla finestra del quale alcuni inquilini hanno notato una fiammella, trasformatasi in rogo nel giro di una manciata di minuti. Scatta immediatamente l’allarme tra i condomini presenti all’interno del palazzo – meno del previsto dato il periodo estivo -che riescono ad evacuare in brevissimo tempo riuscendo così a mettersi in salvo.
    L’intero grattacielo nel giro di mezz’ora è completamente avvolto dalle fiamme. Una gigantesca colonna di fumo denso si sprigiona nel cielo di un terso pomeriggio milanese, visibile anche a distanza di molti chilometri. I testimoni descrivono la facciata del palazzo “sciogliersi come burro”, con i pannelli che costituivano il caratteristico rivestimento a forma di vela, cadere infuocati a terra.
    Ed è proprio sui pannelli – che a detta degli inquilini della Torre dei Moro, avrebbero dovuto essere ignifughi – che ora si concentra l’attenzione degli inquirenti, impegnati a ricostruire la dinamica e risalire alle responsabilità del rogo che ha completamente distrutto il complesso edificato una decina di anni fa nell’ambito di un piano di recupero del Comune di Milano. Tra le ipotesi al vaglio, un cortocircuito originato al 15° piano da cui poi si sarebbero propagate le fiamme a causa del cosiddetto “effetto camino”, dovuto allo spazio tra la struttura di cemento armato e il rivestimento metallico nel quale l’aria ha accelerato la diffusione del fuoco. La Procura di Milano ha aperto un’indagine per disastro colposo a carico di ignoti. Intanto i Vigili del Fuoco, ancora impegnati nella fase di spegnimento, hanno riferito all’Adnkronos che non sussiste il pericolo di crollo dell’edificio in quanto la struttura portante non avrebbe riportato danni, a differenza del rivestimento che è stato completamente bruciato.
    Il giorno dopo rimangono la profonda amarezza e il dolore degli inquilini della Torre dei Moro che in una manciata di minuti hanno visto letteralmente andare in fumo tutto quello che avevano. Tutti hanno perso la casa, qualcuno anche i propri animali d’affezione – alcuni erano in casa da soli e non hanno potuto mettersi in salvo -, e c’è anche chi ha perso il lavoro, come spiegano i dipendenti di un negozio sottostante la Torre, completamente distrutto dai detriti. E mentre è già gara di solidarietà sui social per aiutare le famiglie sfollate che hanno perso tutto, una domanda s’impone: come è possibile che possa essere accaduto ad un edificio di così recente costruzione? Una sessantina di famiglie attendono riposta.
    Micol Mulè

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