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    Mediobanca: solo il 5% delle Pmi investe nell’innovazione

    Mediobanca: solo il 5% delle Pmi investe nell’innovazione
    Innovare paga, ma solo una piccola percentuale delle piccole e medie imprese italiane attualmente lo fa. Questa è la conclusione di uno studio intitolato “It’s all about IT”, presentato durante la sesta Mid Cap Conference e realizzato da Mediobanca Researchin collaborazione con Google.
    Secondo il rapporto, se molte più imprese italiane adottassero le tecnologie innovative, il Pil del Paese potrebbe accelerare dello 0,7% in 5 anni. Il problema non è la mancanza di capitale per gli investimenti necessari, poiché più dell’80% delle imprese nel campione analizzato sarebbe in grado di sostenerli.
    Piuttosto, emerge una barriera culturale e “metodologica”, dove nella maggior parte dei casi prevale il timore degli impatti a breve termine derivanti da investimenti ritenuti gravosi e senza garanzie sufficienti. Solo il 5% delle 600 imprese incluse nello studio, infatti, è stato classificato come innovatore in base alla volontà di modernizzarsi a livello tecnologico e dei processi.
    Andrea Filtri, responsabile della ricerca, spiega che le imprese che investono in innovazione superano i concorrenti in termini di fatturato, crescita degli attivi, margini e flusso di cassa. Tuttavia il problema principale rimane il fatto che molte aziende non riescono a superare questa barriera culturale che impedisce loro di adottare tecnologie trasformative.
    Per affrontare questa sfida si auspicano interventi in grado difornire incentivi fiscali per le imprese innovative e investimentinella formazione sui vantaggi dell’innovazione tecnologica. Secondo lo studio, se solo un miliardo di euro fosse investito nel campione analizzato (che potrebbe essere esteso a un valore di 28 miliardi a livello nazionale), si potrebbe ottenere un’accelerazione del Pil nazionale dello 0,7% in 5 anni, senza considerare le ricadute positive indirette.
    L’adozione di tecnologie innovative infatti non solo porterebbe benefici alle imprese stesse, ma avrebbe un impatto positivo sull’intera economia del Paese, che potrebbe trarre vantaggio da un aumento della produttività, da una maggiore competitività internazionale e da una crescita economica più sostenuta nel lungo termine.
    È quindi necessario innanzitutto un cambiamento di mentalità e una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’innovazione per il futuro delle imprese italiane. Il sostegno del governo attraverso misure di incentivazione e formazione potrebbe essere cruciale per superare le barriere culturali e promuovere un ambiente imprenditoriale più innovativo e competitivo rispetto alla situazione attuale.
    Pietro Broccanello

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