lunedì, Maggio 20, 2024
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    Nato, Crosetto apre anche ai Paesi islamici ma i Paesi europei devono imparare dalla Finlandia

    Non solo Svezia e Finlandia, la decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina potrebbe avere altre ricadute sul numero di Paesi membri della Nato. La guerra di aggressione scatenata da Mosca contro Kiev ha costretto l’Alleanza Atlantica a compiere una riflessione sulla sua natura, la sua preparazione e la sua strategia e c’è qualcuno che guarda oltre l’orizzonte occidentale. Ieri il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, è intervenuto alla riunione del Gruppo speciale speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della Nato, alla Camera, dove ha esposto la sua visione. “La Nato deve essere un’organizzazione aperta – ha spiegato Crosetto -deve mettere insieme Paesi diversi, islamici, cattolici, protestanti, ebrei, con un’idea di regole del mondo che garantiscano innanzitutto la sicurezza e la pace delle nostre comunità”.

    Il ministro della Difesa ha anche annunciato che nelle prossime settimane il governo italiano approverà un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina, “perchè possa continuare a difendersi dalla Russia”. Secondo Crosetto, “viviamo in società nelle quali abbiamo dimenticato che la Difesa è un requisito della democrazia, che senza Difesa non esiste democrazia”, pur rimanendo contrario all’eventualità sollevata da Macron di mandare truppe occidentali a Kiev se i russi rompessero la linea del fronte.

    Da questo punto di vista, gli ultimi Paesi arrivati nella Nato, dimostrano un’altra consapevolezza del pericolo che si trova a fronteggiare l’Europa. Anche a causa del lungo confine che condivide con la Russia e alla natura dei suoi rapporti storici con Mosca, la Finlandia appare come una nazione pronta alla drastica eventualità di un conflitto con l’ingombrante vicino. Come spiegato dal generale Mikko Heiskanen al Financial Times, Helsinki ha scorte di carburante e grano per almeno sei mesi e abbastanza rifugi aerei per l’intera popolazione, circa 5,5 milioni di persone di cui ben un terzo sono riservisti. “Ci vogliono anni per costruire questa capacità” ha spiegato Heiskanen secondo il quale “la Russia rispetta la potenza” e questa è costituita da “volontà e capacità”. Per Heiskanen, la volontà dei finlandesi “di difendere il loro Paese è probabilmente la più alta nel mondo”.

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