lunedì, Maggio 20, 2024
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    Sciopero dello shopping per chiedere la riapertura delle scuole

    Sciopero dello shopping per chiedere la riapertura delle scuole

    A Milano un gruppo di mamme diffonde la protesta, minacciando di non fare più acquisti nei negozi se non riapriranno le scuole

    Parte a Milano una protesta da parte di alcune mamme per chiedere la riapertura delle scuole. Quello che colpisce è il metodo che è stato adottato, lo sciopero dello shopping.

    L’idea è partita da una project manager di Milano, Simona Frignani, madre di un quindicenne.

    La donna, tramite un’amica giornalista, ha inviato una lettera al governatore Fontana per chiedere la riapertura delle scuole, minacciando lo “sciopero dello shopping” in caso di rigetto della richiesta.

    L’iniziativa ha riscosso un certo sostegno da parte di altre madri e la voce si è via via propagata sui social e su Whatsapp.

    “Nella nostra casa non entrerà più neppure uno spillo acquistato nei negozi o su Amazon, fatta eccezione per generi alimentari e prodotti per pulizia della casa e della persona, fino a quando i nostri figli non rientreranno in classe”, questo il messaggio contenuto della missiva.

    Che alla prima difficoltà si chiudano sempre prima le scuole ci pare una follia – afferma Simona Frignani –, le scuole sono sicure, ci sono regole, gli insegnanti stanno facendo miracoli. Che messaggio diamo ai nostri figli, che non hanno fatto neppure in tempo a salutare i compagni? Che la colpa di tutto è loro mentre possiamo andare ad assembrarci altrove e darci l’appuntamento al supermercato?”.

    Dalla lettera emerge come la Frignani ce l’abbia proprio con i commerci:

    Ci rifiutiamo con i nostri acquisti di alimentare un modello che non condividiamo e che considera il cittadino sempre e solo come un bancomat. Ci rifiutiamo di alimentare il Paese dei saldi perenni, quello dove si igienizzano le cabine prova, mentre le aule e le palestre restano vuote. Caro Governatore, l’istruzione non è mai in svendita e neppure in Black Friday”. 

    Andrea Curcio

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