domenica, Maggio 5, 2024
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    SPERANZE E PREOCCUPAZIONI: COME REAGIRE

    SPERANZE E PREOCCUPAZIONI: COME REAGIRE
    Da quasi trent’anni viviamo in emergenza (economica, giudiziaria, sociale), in continua ricerca di stabilità e normalità. Per “l’ammalato Italia” si sono consultati numerosi medici che hannoredatto diagnosi e prescritto diverse terapie. D’Alema, Berlusconi, Prodi, Monti, Renzi, Grillo, Di Maio, Salvini, Conte hannoprovato  varie cure, ma il paziente non è mai  guarito e una medicina sbagliata non è solo inutile, ma dannosa.
    Perché meravigliarsi se dopo tante lusinghe, promesse, polemiche, sprechi, attacchi continui alle istituzioni, la società si trova senzadifese, ha perso molte speranze, non ha più riferimenti stabili e sicuri ed è diventata scettica, egoista, arrabbiata? Dopo averseminato odi e rancori contro la “classe dirigente”, suggerendo sempre nuovi diritti e pochi doveri, poteva essere diverso il “raccolto”?
    Non è prevedibile che l’emergenza duri poco, ma piuttosto c’è il pericolo che porti a richieste di “poteri forti”, di centralismo burocratico, di giustizie sommarie, alla rinuncia alla politica e alla democrazia, a perdere quote di libertà, al superamento delle regolealla base della civile convivenza, allargando la forbice tra ricchi e poveri, diminuendo la qualità dei servizi pubblici, riducendo la partecipazione e i controlli dal “ basso” (gli unici che veramente funzionano). Non è, però, inevitabile che tutto questo debba accadere, né necessario accettarlo, ma piuttosto è da tentare di “risalire”, ripristinando il rispetto e il valore della solidarietà, della sussidiarietà, della partecipazione, conquiste ancora valide e da difendere. Vanno, piuttosto, seminati speranza, senso del dovere,primato del diritto, etica della responsabilità personale, auspicando il ritorno, appena possibile, alla “normalità”.
    Quali le materie su cui far affidamento per fermare una diffusa sfiducia nelle Istituzioni e un degrado civico e morale, e tentare di risalire:
    -Tutela e valorizzazione della famiglia come scelta e opportunitàdi vita, come scuola primaria di solidarietà e responsabilità. L’attacco alla famiglia è programmato anche per favorire maggiori consumi, maggiori spese, maggiori egoismi, minori responsabilità.Il singolo, infatti, spende e consuma di più (in vestiario, divertimento, tempo libero, cura del proprio corpo, ecc.) rispetto al membro di una famiglia;
    – Sostegno alla Buona Politica e alle Associazioni che la rappresentano. Lo slogan “più politica e meno politici” ha ridottola partecipazione e i controlli, allontanando tante persone capaci dall’assunzione di responsabilità nel governo della “cosa pubblica”. La politica non può essere né un lavoro per disoccupati, né un premio a brillanti carriere professionali. Nei partiti si militava nella buona e nella cattiva sorte, in occasione di vittorie e sconfitte, perché il collante erano le idee, le comuni radici, la condivisione di grandi obiettivi. Oggi si sta con il più forte e se questo non lo è più, si cambia, si sceglie un altro capo. Ma tutto questo non è colpa dei partiti, ma è dovuto proprio al fatto che i veri partiti sono stati cancellati.
    Dopo la riduzione del numero dei consiglieri comunali, regionali e dei parlamentari (per risparmiare ?), quando capiranno i cittadini che così sono stati diminuiti i loro “difensori”, i loro rappresentanti? Se la Pubblica Amministrazione non funziona, se i servizi pubblici peggiorano, se la sanità è sempre più a pagamento, è anche perché sono diminuiti gli interlocutori con cui dialogare, segnalare le proprie proposte, protestare se necessario. Tutto è “assorbito” dall’esigenza di ridurre i costi, mai di migliorare i servizi. E’ l’assenza dei partiti che favorisce i “cambi di casacca” e il continuo trasformismo, allontanando le persone “normali” e di buon senso e favorendo chi “se lo può permettere” o chi ha obiettivi diversi dalla difesa del Bene Comune. La Buona Politica difende il più debole, la qualità dei servizi pubblici, è presente nelle situazioni difficili o di crisi, difende i cittadini da soprusi e ingiustizie.
    – Difesa dell’alta funzione di formazione e educazione della Scuola. Assunzioni senza concorso, carenza di risorse per premiare il merito , diminuzione dei poteri dei presidi, facili e continui trasferimenti, poco rispetto del ruolo dell’insegnante, “invasione” delle famiglie e dei giudici amministrativi, diminuzione dei servizi integrativi da parte dei comuni, tolleranza di ogni forma di indisciplina, hanno distrutto la “vecchia scuola” (obiettivo probabile di tanti ministri e governanti), creando, però,anarchia e fuga dalle responsabilità;
    – Difesa dell’Europa. Questa Europa non è quella desiderata dai padri fondatori (De Gasperi per l’Italia), ma ha garantito 70 anni di pace, la difesa di una grande civiltà, sviluppo economico e sociale. Dopo la fine delle dittature di destra, Grecia, Spagna ePortogallo si sono “rifugiati” appena possibile in Europa; Polonia, Ungheria, Romania, Estonia, Lituania, Lettonia, Cecoslovacchia,Bulgaria hanno fatto la stessa scelta appena si sono liberati dalla dittatura comunista. Altri Paesi bussano per entrare e noi abbiamo spesso perplessità nel restare? Vi è forse, sull’argomento, un disegno non dichiarato, un obiettivo con altri concordato? Per essere maggiormente ascoltati serve certamente essere più presenti e, se necessario, “battere i pugni”, ma prima sono da svolgere i propri “compiti per casa”, perché, spesso, non avendo la forza o il coraggio per decisioni impopolari, abbiamo fatto ricorso e appello alle  direttive europee per essere aiutati a risolvere i nostri problemi. Lavoriamo perché la stima di cui godono gli Italiani all’estero si trasferisca anche all’Italia, allo Stato. Troppe volte, nei decenni trascorsi, abbiamo dato esempi di ambiguità, incertezza, inaffidabilità.
    -Riforma della burocrazia. Sono troppi 3.200.000 addetti. Ogni ente, OO.SS. e dirigenti “uniti”, segnala e lamenta i posti non occupati delle varie Piante Organiche, giustificando, così, ritardi e inefficienze. Ma siccome la situazione è diffusa e costante, vidovrebbe essere il dubbio che siano le piante organiche sbagliate e esagerate, o meglio gonfiate, nella consapevolezza che, non “coprendo” i posti, vi sarà sempre l’alibi per giustificare ogni possibile ritardo. Un dipendente in più, dove non serve, fa più danni che dieci in meno. Va piuttosto premiato il merito, l’impegno, l’assunzione di responsabilità, la soluzione dei problemi, con compensi ai risultati prefissati. Il personale va pagato di più e meglio, assicurando ai “superiori” ampia discrezionalità e conseguente responsabilità nel giudicare e premiare.
    Il continuo ricorso a commissari, con il seguito di consulenti, esperti, collaboratori, oltre ogni vera emergenza, deresponsabilizza le amministrazioni pubbliche competenti, ritarda il ritorno ad un’auspicata normalità, fa aumentare spese, costi, tempi, tiene il Paese in continua emergenza. Basta soluzioni facili a problemi difficili.
    Nell’attuale situazione, il metodo, lo stile, il rispetto verso le Istituzioni, come manifestati dal Presidente Draghi fanno ben sperare: ascoltare, dialogare, modificare, integrare, ma alla fine decidere. E’ anche l’occasione perché la Politica approfittidell’occasione, per guadagnare in credibilità e autorevolezza, introducendo regole di democrazia interna, come previsto dalla nostra Costituzione.
    In pratica maggiore attenzione alle situazioni “normali”, alla famiglia, alla politica, alla scuola, all’Europa, riservando a questematerie risorse economiche e intellettuali adeguate, aiutando chi lavora, chi ha figli, chi difende la propria comunità statale e locale, chi crede ancora nella democrazia e nella libertà.
    Luciano Falcier ex parlamentare

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