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    CORONAVIRUS: È A BOLOGNA IL SUPERCOMPUTER ALLEATO DELLA RICERCA SCIENTIFICA

    Italia in prima linea con tecnologia all’avanguardia: Dompé Farmaceutici S.p.A. guida il consorzio per il bando europeo da 10 milioni di euro per la ricerca del farmaco contro il Covid 19

    C’è ancora l’Italia in prima linea nella lotta al Coronavirus. Dopo le ricercatrici dell’Istituto Spallanzani che hanno isolato il virus ricostruendone la sequenza genomica, ora c’è anche un consorzio pubblico – privato che fa capo all’azienda Dompé Farmaceutici tra le 99 realtà europee – tra aziende, istituti di ricerca e atenei – che hanno partecipato al bando indetto dalla Commissione Europea, da 10 milioni di euro, nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020 per contrastare la pandemia da Covid 19.

    Tra i partner italiani sotto la guida di Dompé spiccano il Politecnico di Milano, il Consorzio Interuniversitario Cineca di Bologna e l’Università degli Studi di Milano, uniti con l’obiettivo di individuare la terapia farmacologica per la cura dei pazienti che hanno sviluppato la malattia cui seguirà l’individuazione delle molecole in grado di inibire la replicabilità del virus.

    Una vera e propria corsa contro il tempo, in cui accanto ai metodi di ricerca tradizionali si affianca la cosiddetta “urgent computing”, che in ambito scientifico significa accesso ai più potenti supercomputer al mondo per consentire la massima velocità di computazione di tutte le variabili in campo in situazioni di emergenza.

    È qui che entra in gioco il supercalcolatore Marconi del Cineca di Bologna, dall’immenso potenziale di calcolo, in grado di processare oggi 10 milioni di miliardi di calcoli al secondo – che diventeranno 150 milioni di miliardi nel 2021 – già al lavoro sui dati di sequenziamento del virus messi a disposizione dai ricercatori.

    Attraverso il supercomputer vengono effettuate le simulazioni del comportamento delle proteine che permettono al virus di moltiplicarsi, con l’obiettivo di poter procedere successivamente con il test virtuale delle molecole farmaceutiche più efficaci in grado di inibirlo. Per dare un parametro di confronto sull’efficienza dei supercalcolatori, basti pensare che con un normale computer ogni proteina richiede fino a 4 mesi di simulazioni continue, con Marconi il tempo si riduce ad una settimana.

    I risultati delle simulazioni verranno poi analizzati attraverso la piattaforma Exscalate di Dompé Farmaceutici, realizzata in collaborazione con Cineca e Politecnico di Milano, che con il suo archivio di 500 miliardi di molecole farmaceutiche può definirsi a tutti gli effetti una “biblioteca chimica” senza pari. È qui che il supercomputer Marconi andrà ad attingere per simulare il comportamento del Coronavirus in abbinamento alle molecole, valutandone oltre tre milioni al secondo, con un consumo energetico ed un costo contenuti.

    Nata nell’ambito del progetto Antarex, finanziato dalla Commissione Europea per lo studio di un sistema di supercalcolo sostenibile a supporto della ricerca in campo farmacologico, la piattaforma Exscalate è già stata sperimentata lo scorso anno all’interno del progetto di ricerca contro il virus Zika, di cui oggi si attendono gli esiti di validazione clinica.

    Micol Mulè

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