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    Il fallimento delle aziende aumenta le diseguaglianze

    Ignazio Visco, sulle diseguaglianze: “Si richiede forte aumento di capitale fisico, immateriale e una crescita dell’efficienza produttiva. Siamo obbligati a risolvere quei problemi strutturali che da troppi anni frenano la nostra crescita”

    La Banca d’Italia, in occasione delle considerazioni finali del governatore Ignazio Visco, avverte che la crisi economica causata dalla pandemia rischia di far aumentare le diseguaglianze sociali. All’evento sono state ridotte le presenze, limitate a una quarantina per via delle misure di sicurezza. Rigorosamente tutti con le mascherine, tra gli ospiti c’era anche l’ex presidente della BCE Mario Draghi.

    In base all’indice di Gini, sono i percettori di redditi netti da lavoro dipendente più bassi ad essere i più colpiti. Questo succede anche perché molti di essi lavorano in aziende nelle quali il rischio contagio è maggiore rispetto ad altre, e in cui la possibilità di lavoro a distanza è più difficile.

    Saranno quindi anche i più poveri a dover sopportare gli effetti della crisi: se le aziende falliscono saranno poi anche i dipendenti a pagarne le conseguenze.

    Questa è purtroppo una certezza, se consideriamo anche il fatto che a fine anno si prevede un crollo del PIL che oscilla tra il 9% e il 13%.

    Durante l’incontro Ignazio Visco indica una possibile via d’uscita, per un ritorno alla crescita del Pil pari all’1,5% annuo, che è il valore medio registrato nei dieci anni precedenti la crisi pandemica: “Servirà un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all’anno. Questo obiettivo richiede un forte aumento dell’accumulazione di capitale, fisico e immateriale, e una crescita dell’efficienza produttiva… Si richiede che vengano sciolti quei nodi strutturali che per troppo tempo non siamo stati capaci di allentare e che hanno assunto un peso crescente nel nuovo contesto tecnologico e di integrazione internazionale”.

    Il governatore tuttavia rimarca che “la sostenibilità del debito pubblico non è in discussione”, ma aggiunge “il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento”.

    Dalle parole finali di Visco traspare anche una certa incertezza e un senso di preoccupazione per il futuro: “con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso…”.

    Per quanto riguarda le banche, il governatore ammonisce che l’aumento dei crediti deteriorati andrà affrontato per tempo, facendo ricorso a tutti i possibili strumenti, inclusi quelli per la ristrutturazione e la loro vendita, auspicando anche soluzioni straordinarie capaci di salvaguardare il sistema bancario: “qualora necessario si dovrà essere pronti a impiegare strumenti in via preventiva per banche che versino in una situazione di estrema difficoltà, anche temporanea”.

    Quanto alle misure prese dal governo, Visco rimprovera che ci sono state “alcune lentezze” nell’afflusso della liquidità alle imprese, ma è fiducioso che nelle prossime settimane con la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti si registreranno dei miglioramenti.

    Andrea Curcio

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