“Se Putin vuole conquistare tutto l’est dell’Ucraina, allora deve prepararsi a seppellire un milione dei suoi soldati”: più che una minaccia, quella del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, citato da Ukrinform, sembra una promessa. Da inizio anno, infatti, la Russia avrebbe subito tra le 200.000 e le 300.000 perdite, che contano morti e feriti, secondo quanto riportava il Financial Times a fine settembre. Secondo i dati forniti dagli ucraini (da prendere con parecchia cautela) e riportati da Rai News, dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022, le perdite totali per Mosca ammontano a 1 milione e 118.370 uomini.
Zelensky ha detto ai giornalisti Trump ha perso fiducia nelle parole di Putin, ribadendo che “chi vuole veramente la pace ed è pronto ad essa non può continuare a intensificare gli attacchi” e che Kiev è pronta ad “un incontro ad hoc”. Il presidente russo non sembra intenzionato a sedersi al tavolo delle trattative, ma per il presidente ucraino la consegna dei missili da crociera statunitensi a lunga gittata Tomahawk potrebbero scombussolare i parametri di sicurezza del Cremlino, costringendo Putin a “prendere coscienza della reale situazione” e a “sedersi al tavolo dei negoziati”.
Dopo la pace in Medio Oriente, dunque, ora si attende la pace in Ucraina anche se le prospettive sono tutt’altro che favorevoli, nonostante il continuo dialogo degli scorsi mesi tra Trump e Putin. Dopo l’annuncio dell’accordo tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco, la riconsegna degli ostaggi israeliani e il ritiro delle truppe di Tel Aviv a un certo livello della Striscia di Gaza, Volodymyr Zelensky si è augurato “che gli sforzi globali siano altrettanto sufficienti per raggiungere una vera pace per il nostro Paese, nella nostra regione”.
