Il commercio digitale non è più una nicchia: oggi vale 150 miliardi di euro, genera 1,8 milioni di posti di lavoro e rappresenta il 7% del PIL nazionale. Numeri che raccontano l’impatto sistemico dell’e-commerce sull’economia italiana, come emerge dalla nuova edizione dello studio “L’e-commerce crea valore per l’Italia”, realizzato da Netcomm insieme ad Althesys. Ogni euro prodotto direttamente dalla filiera digitale ne attiva altri tre nell’economia complessiva. Il solo gettito fiscale generato dal settore ha superato i 44 miliardi di euro nel 2023, pari al 7,7% delle entrate complessive dello Stato.
Il report analizza l’intera filiera, dai fornitori informatici fino alla logistica. La fase centrale, quella degli online seller, genera 79 miliardi di euro, ma il contributo delle fasi a monte e a valle – tra cui consulenze, marketing, pagamenti e trasporti – vale insieme oltre 70 miliardi. Il comparto coinvolge 1,8 milioni di addetti, pari al 6,8% degli occupati in Italia, con una crescita del 15% in un solo anno. I salari complessivi nella value chain digitale hanno raggiunto i 40,3 miliardi di euro, distribuiti tra fornitori (310mila lavoratori), venditori (542mila) e servizi accessori (319mila).
A sostenere questa crescita, c’è un cambiamento nelle abitudini di consumo: nel 2024, il 44,3% degli italiani sopra i 14 anni ha acquistato online, dieci punti percentuali in più rispetto al 2019. Il settore sta anche contribuendo a innovare il mercato del lavoro, con investimenti in formazione digitale e contratti collettivi. Sul fronte ambientale, l’e-commerce accelera verso modelli sostenibili grazie all’adozione di imballaggi riciclabili e veicoli a basse emissioni, anticipando gli obiettivi europei che puntano al 40% di packaging riutilizzabile entro il 2030.