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venerdì 6 Giugno, 2025
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BCE verso nuovi tagli ai tassi

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A pochi giorni dalla prossima riunione del comitato direttivo della Banca Centrale Europea, in calendario il 5 giugno, i mercati sembrano già aver fiutato l’aria di un nuovo taglio dei tassi. Secondo molti analisti, l’Eurotower si appresta a varare una nuova riduzione di 25 punti base, l’ottava consecutiva da quando, nel 2024, è iniziato il ciclo di allentamento monetario. Ma questa mossa potrebbe anche segnare l’inizio della fine per questa lunga fase di politica espansiva.

Se le attese saranno confermate, il tasso sui depositi – attualmente al 2,25% – scenderebbe al 2%, in un contesto economico europeo in miglioramento e con l’inflazione che, pur tra alti e bassi, appare in fase di contenimento. Un clima però ancora instabile, anche a causa delle incertezze legate alle politiche commerciali statunitensi, che continuano a pesare sui mercati.

Nonostante questo, la BCE potrebbe rivedere al rialzo le sue stime di crescita per l’Eurozona. Le ultime previsioni ufficiali, risalenti a marzo, indicavano un PIL in crescita dello 0,9% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026. Ora, alcune fonti ipotizzano una revisione all’1,1% per l’anno in corso e all’1,4% per il prossimo, riportando le stime in linea con quelle di dicembre.

Il mercato scommette: dopo giugno, la pausa

Gli operatori sembrano considerare il taglio di giugno quasi certo, ma guardano con cautela al futuro. Gli swap sugli indici overnight indicano una probabilità più bassa di un ulteriore intervento già alla riunione del 24 luglio, mentre le aspettative per settembre restano incerte, con una possibilità di nuovo taglio che supera di poco il 50%.

Secondo Ulrike Kastens, economista senior di DWS, la BCE potrebbe effettivamente concedersi una pausa dopo l’appuntamento estivo: “Ci aspettiamo un altro taglio dopo giugno, ma poi lo spazio si ridurrà. L’inflazione si sta moderando e la crescita si stabilizza. I tassi non sono più un ostacolo evidente: i prestiti riprendono, il mercato immobiliare mostra segni di vitalità”, ha spiegato.

Divergenze tra analisti e dentro la BCE

Non tutti però condividono questa visione. Gli analisti della tedesca Helaba ritengono che il taglio di giugno sarà l’ultimo per un po’, e che la BCE adotterà una strategia di attesa nella seconda metà dell’anno. Secondo loro, la possibile espansione della politica fiscale in Europa potrebbe anzi frenare ulteriori interventi di politica monetaria.

Anche all’interno del Consiglio direttivo della BCE si registrano opinioni divergenti. Robert Holzmann, governatore della Banca centrale austriaca, si è detto contrario a nuovi tagli prima di settembre, sostenendo che i tassi attuali siano ormai “neutrali”, in un intervallo tra il 2,5% e il 3%. Sulla stessa linea Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo, secondo cui agire troppo in fretta rischierebbe di alimentare nuove spinte inflazionistiche, specie in presenza di turbolenze commerciali.

Più aperto invece il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, che ritiene ancora necessario mantenere una politica accomodante, viste le fragilità dell’attività economica e il calo dell’inflazione.

Lagarde prudente, Panetta invoca flessibilità

Secondo gli analisti di MPS, l’attenzione nella riunione del 5 giugno sarà focalizzata soprattutto sulle nuove previsioni macroeconomiche, in particolare sull’inflazione, attesa in calo. Ma più che un’esplicita anticipazione di futuri tagli, ci si attende dalla presidente Christine Lagarde un atteggiamento di prudenza, con un occhio ai delicati equilibri geopolitici e commerciali.

A sottolineare la complessità del momento è anche il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. “Il percorso della politica monetaria nei prossimi mesi si prospetta tutt’altro che semplice”, ha dichiarato, richiamando la necessità di un approccio “pragmatico e flessibile”, sensibile alle dinamiche dei mercati e della liquidità. Panetta ha però anche rivendicato i risultati ottenuti finora: “I timori sulla disinflazione si sono rivelati eccessivi. Ma l’orientamento restrittivo e l’incertezza hanno frenato consumi e investimenti”.

La riunione della BCE di giovedì sarà dunque cruciale non solo per la mossa sui tassi, ma per comprendere quale sarà la traiettoria della politica monetaria europea nei mesi a venire. Un equilibrio delicato tra il sostegno alla ripresa e il controllo dell’inflazione, in uno scenario globale ancora incerto.

Andrea Valsecchi

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