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    Taiwan, Pechino avverte gli Usa: nessun compromesso, basta provocazioni nel Mar della Cina meridionale

    Taiwan, Pechino avverte gli Usa: nessun compromesso, basta provocazioni nel Mar della Cina meridionale
    Questo sabato, 13 gennaio, si terranno le elezioni presidenziali a Taiwan e la situazione fuori dai confini dell’isola si sta surriscaldando. Pechino rivendica da tempo il ritorno dell’isola nella Cina continentale e formalmente gli Stati Uniti aderiscono alle One Chine Policy, riconoscendo di fatto l’esistenza di un solo governo cinese anche se per Washington la capitolazione della democrazia taiwanese sarebbe inaccettabile. Ieri, tuttavia, le autorità cinesi hanno fatto sapere che Pechino “non farà alcuna concessione o compromesso” e allo stesso tempo hanno sollecitato gli Usa “a ridurre la loro presenza militare e le loro provocazioni nel Mare della Cina meridionale e a smetterla di sostenere provocazioni da singoli Paesi”. È quanto si legge in una nota del ministero della Difesa cinese.
    Dopo l’incontro a San Francisco dello scorso novembre tra Xi Jinping e Joe Biden, le due potenze si sono dette disponibili a migliorare le relazione anche sul fronte militare ma per Pechino Taiwan rimane una questione “interna” su cui non accetta intromissioni. Il ministero della Difesa cinese ha chiesto inoltre agli Stati Uniti di “smettere di armare Taiwan e di opporsi all’indipendenza di Taiwan”. Bloomberg ha stimato che una guerra Cina-Taiwan potrebbe costare ben il 10% del Pil globale, nonostante un conflitto tra Pechino e Taipei, in questo momento, sia un’ipotesi molto remota.
    L’incidente di martedì scorso, inoltre, non ha aiutato a distendere i nervi. Il 9 gennaio il ministero della Difesa taiwanese ha mandato un sms avvertendo che era in corso il lancio di un satellite da parte di Pechino, con il rischio quindi di detriti. Peccato che nella versione inglese del messaggio sia stata usata la parola missile: una differenza che ha mandato in allerta giornalisti stranieri presenti sull’isola ma anche qualche taiwanese. L’allarme poi è rientrato con tanto di spiegazioni e scuse. Sabato saranno chiamati a votare circa 20 milioni di taiwanesi su una popolazione complessiva di circa 23 milioni di abitanti. Si elegge il presidente e i parlamentari che si contendono 113 seggi.

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